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«Oggi la Russia di Putin fa di tutto per eliminare Memorial» scrive Belenkin. Resistere significa impedire la cancellazione del passato.
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Prima della nascita, alla fine degli anni '80, di Memorial, per ricordare le vittime delle repressioni staliniane e sovietiche, la ricerca della verità storica era un percorso clandestino e accidentato, Lo storico Belenkin racconta nel libro il cambiamento epocale che ha permesso a un gruppo di studiosi di creare un'organizzazione unica nella storia del Paese. Nei Gulag furono perpetrati crimini di massa. I russi che avevano vissuto in “contiguità” con i lager sovietici non sapevano e non vedevano niente, e neppure i sopravvissuti agli anni del Grande Terrore che avevano assistito alle repressioni dei loro cari fino alla perestrojka non sapevano niente. Gli anni '90 furono un decennio di speranza. Belenkin, che ha curato mostre sulla storia della repressione politica e dell'antisemitismo nell'URSS e che oggi vive in esilio, descrive le attività e i protagonisti che hanno lavorato nell'organizzazione, come Jan Račinskij, Aleksandr Daniel', Arsenij Roginskij, fino ad arrivare agli attacchi violenti contro l'edificio e i dipendenti di Memorial da parte di agenti dei servizi, durante gli anni dopo la terza elezione di Putin, nel 2012, quando il governo dà il via alla revisione della storia sovietica per utilizzarla a scopo propagandistico e contribuire a giustificare la missione imperiale del regime putiniano. Nel primo anno di Memorial aderirono all’organizzazione Andrej Sacharov, Larisa Bogoraz, Lev Kovalev. Queste persone hanno visto in Memorial un luogo in cui si concretizzavano i loro ideali. Da qui nasce il profondo interesse di Memorial per la storia del dissenso. E questo interesse non coinvolge solo gli storici di Memorial, ma anche gli attivisti per i diritti umani. Con il regime di Putin che è diventato sempre più autoritario e fascistoide, l'attività di ricerca storica ed archivio di Memorial è stata ostacolata e cittadini russi che avessero finanziato Memorial sarebbero stati schedati come nemici dal Cremlino.
Chissà perchè, cercando il titolo Non Non Biyori, spunta questa cosa; nell'ondata di russofobia di regime, non poteva mancare l'autoelogio di un'organizzazione 'russa', tanto russa che viveva solo coi dollari forniti dagli statunitensi e gli euro forniti dagli europei... e allo scopo di definire vittime del terrore russo-comunista-stalinista (e putinista), una sfilza di kollabò e collaborazionisti delle truppe naziste d'invasione ed occupazione del 1941-1945. Memorial in canada, ad esempio, ha eretto monumenti alle SS ucraine della divisione nazista Galizien. Una memoria offuscata, corta e a comando.
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