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Recensioni Non ci sono coltelli nelle cucine di questa città

Recensioni: 4/5
Una saga familiare in cui con maestria e feroce onestà Khaled Khalifa parla persecuzione che da decenni ormai si consuma contro un'intera società.

«Una delle stelle nascenti della narrativa in lingua araba, una voce unica»New York Times

«Una scottante denuncia del regime siriano»The National

«Una scrittura superba in cui un realismo denso e lussureggiante si anima di metafore sorprendenti»The Guardian

Aleppo ha una storia antichissima, oltre cinque millenni di umanità hanno percorso le sue strade e le hanno anche distrutte. È l'8 marzo 1963 e un nuovo colpo di Stato militare porta al potere il partito Baath, anticamera del regime di Hafez al-Asad. Quello stesso giorno nasce la voce narrante di questo romanzo che percorre la storia della città e del paese fino agli anni Duemila, una storia che, come quella della sua famiglia, si trasforma in tragedia. Il narratore, suo fratello Rashìd e le sue sorelle Sawsan e Suad sono figli di un'epoca in cui il confine tra pubblico e privato si assottiglia al punto che persino parlare può mettere a repentaglio la vita dei cittadini, la religione non è un conforto o un rifugio ma un'arma potente e la vita è possibile solo per chi viene a patti con il Partito, cedendo qualcosa di sé.)
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