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“Non ci resta che vincere” è lo scialbo titolo che i distributori italiani hanno voluto assegnare a “Campeones”, pellicola spagnola uscita nelle sale nel 2018. La trama è quasi inesistente: un vice-allenatore aggressivo viene arrestato per guida in stato di ebbrezza e condannato ai lavori socialmente utili, che nel suo caso consisteranno nell’allenare una squadra di basket formata da persone disabili, e questa sarà l’occasione per rivedere il senso della sua vita e il rapporto con l’eterna fidanzata. Tutto qui. Però questa è la dimostrazione che si può fare un film onesto anche con poca fantasia, soprattutto se ti offre l’occasione per pensare. Il messaggio della sceneggiatura è abbastanza semplice, mette a confronto la presunta normalità della vita di un uomo ostaggio del suo cinismo con la vera normalità di persone che superano l’ostacolo del loro handicap vivendo un’esistenza piena e soddisfatta. Ovviamente il tutto funziona perché a interpretare i giocatori della squadra sono proprio loro, quei fantasmi che passano inosservati nella vita di ogni giorno ma che provocano indignazione quando viaggiano sull’autobus senza attenersi alle regole del senso comune. Un film fatto per aiutare a riflettere si può dire riuscito se raggiunge questo scopo.
Il rapporto tra il mondo normale e la disabilità filtrato all'interno dello sport, in cui l'allenatore si troverà inizialmente a disagio con questi allievi "particolari". Non è un film originale, questo è certo, ma riesce a divertire con un certo gusto senza metterla troppo sul sentimentale.
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