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Certo, la sua non sarà certo musica colta, ma è sicuramente molto orecchiabile. Questo disco è l' unione armoniosa di alcune tra le migliori composizioni di Giovanni Allevi. Basta andare su youtube per vedere quanti ragazzi abbiano messo dei video su di loro mentre suonano al pianoforte canzoni di Allevi. Lentamente ma inesorabilmente questa moda si espanderà e allora saranno sempre più i pianisti che suonano brani di Allevi e sempre di meno quelli che suonano Chopin. Pur non scrivendo musica classica Allevi è riuscito a conquistare tantissime persone.
Sono inorridito e confuso. Ho pieno rispetto di tutti i gusti musicali, non ho mai disprezzato i fan del pop più gretto, né tanto meno degli autori di quel genere. Ma il caso Allevi ha superato pure i limiti della mia compiacenza. Non credo che basti lo strumento in sé, il pianoforte, a sollevare una musichetta alla dignità di una sonata mozartiana, e neppure una precoce attrazione per la tastiera (a chi non piace schiacciare i tasti?). Mi chiedo se la mitizzazione del suo cursus formativo-musicale, del tutto naturale, sia da imputarsi più alla “critica” che a lui stesso. Di certo la sua aria trasognata e timida, che mi auguro vivamente non sia anch’essa una montatura, lo ha aiutato molto. Ognuno ha il diritto di comporre tutta la musica che vuole, basta che sappia stare al proprio posto: Allevi non è Mozart, non è Jarrett, ma neppure è unico e inimitabile. Perché chi tanto apprezza le sue composizioni, non si è mai accorto della loro sconcertante vicinanza alle squallide colonne sonore di certi film di seconda categoria? Colonne sonore, intendo dire, che sempre sono passate inosservate, vera musica da piano bar. Posso capire coloro che ammettono la sua musica solo come passaggio da un genere più pop alla musica classica, ma penso ch’essa non abbia affatto bisogno di certi preamboli, le sue bellezza e profondità possono essere facilmente colte da chiunque abbia un minimo di sensibilità (naturalmente, mi riferisco a quella vera, non a quella delle quattordicenni che compongono i loro pseudocarmi sulle piastrelle dei bagni scolastici, purtroppo molto diffusa). Insomma, non ci si può dare aria di intenditori e lasciar volare termini come “genio”, “sublime” e “maestro” trattando di Allevi. E poi: basta con queste idiozie della “strega capricciosa”, e della “musica dell’anima”.
Una certa suggestione l'ho sentita solo con "come sei veramente". Ritengo, poi, che il disco non sia stato registrato benissimo; la qualità del suono deve essere eccelsa in produzioni di questo tipo.
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