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Nel Real Albergo dei Poveri a Napoli,tra le carte dell'archivio del Tribunale dei minori, sepolta dalle macerie del terremoto dell'80,insieme a tante altre storie,la storia di Nina aspettava che qualcuno la scovasse e la riportasse alla luce. Nina dalla voce bellissima,che ama cantare ma ha un peso sul cuore:ha conosciuto il dolore,la paura.Orfana della mamma e con il padre in galera,è finita in orfanotrofio con i suoi fratelli. Rosa,la nonna, lotta per avere con sé le nipoti,con la sua dignità nel dolore e nella fatica,la forza, la dolcezza,il gran cuore. C'è tanto in questo libro. C'è la storia di Napoli del dopoguerra, dei vichi dove si cresce "insieme alla brava gente e a quella canaglia" tra miseria, fatica, lacrime e sorrisi, corse e grida di scugnizzi, giorni belli e giorni brutti. Di "mogli che aspettano sul molo, fianco a fianco" il ritorno dei mariti pescatori dopo una notte di tempesta; di bambini che si ritrovano orfani a fare i capofamiglia a 12 anni. E mentre leggi sei lì, in quei vichi: vedi "la nebbiolina azzurra" che si posa sulle colline di Napoli, il cielo di quel colore che ho visto solo lì e le nuvole che il vento spinge verso il mare; vedi i carretti che passano, i panni stesi ad asciugare; senti l'odore del bucato e delle zeppole fritte e nelle orecchie ti giungono "le voci dei bambini che correvano a piedi nudi in una specie di balletto, da un punto all'altro della via" o quelle dei piccoli dell'orfanotrofio che cantano "giro giro tondo".... Una storia di speranza, di riscatto, di rinascita. Una storia in cui "la gioia e la tristezza sono gemelle". Un racconto che è pura poesia, la poesia della vita, la poesia nascosta nelle piccole cose della vita.
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