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Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2017
Subito dopo aver letto questo libro ho avuto voglia di riprendere in mano La Gaia Scienza, ma sono sicuro che non sarà l’unica opera di Nietzsche che rileggerò. Fatta tale premessa è giusto dire che quest’opera è del 1929, che è stata scritta dall’autore berlinese Guy de Pourtalès, vissuto tra il 1881 e il 1941, e che Historica l’ha recuperata e l’ha riproposta coraggiosamente.
Il libro parla dei tanti viaggi che Nietzsche fece in Italia. Amava il bel paese, amava il Nord e il Sud. Si fermò a Sorrento, a Venezia, a Genova, non era del tutto attratto da Roma, ma vi fece tappa. Il suo primo pellegrinaggio nella nostra nazione lo compì a trentadue anni, ma per sfuggire a una delusione di amore, al tormento che gli diede Cosima Liszt, sposa di Richard Wagner.
Proprio in Italia Nietzsche ritrovò la pace, la tranquillità e l’ispirazione. Nella nostra penisola, fatta di paesaggi variegati, diede voce alla Morte di Dio e al principio dell’Eterno ritorno. Proprio tra Genova e Venezia immaginò tanti dialoghi del suo Zarathustra.
Ma ciò che ci mostra de Pourtalès è la parte umana di Nietzsche. Il filosofo tedesco non ebbe una vita facile. Reso quasi cieco dalla sua miopia, relativamente povero, messo all’angolo dai pensatori dell’epoca, incline al vagabondaggio. Insomma, nessuno avrebbe mai immaginato che dietro quell’uomo troppo umano e mal ridotto, si nascondesse uno dei maestri della filosofia contemporanea.
Nietzsche amava l’Italia, qui pianse in solitudine e “serenità” anche le sue delusioni. Dobbiamo ricordare che quasi nessuno voleva pubblicare i suoi libri, infatti, li fece stampare a sue spese e in pochissime copie, che distribuì agli amici più cari. Per il filosofo tedesco la fortuna giunse proprio quando la sua salute mentale venne meno. Una beffa? No, dice de Pourtalès. Secondo lui, Nietzsche ha continuato a vivere nella purezza del suo spirito. D’altronde, odiava la ricchezza ed era pronto a fondare un monastero laico per soli pensatori.
Attraverso questo libro, l’autore berlinese ci ha ridato un’immagine splendente di Nietzsche, ricca di particolari. Un piccolo gioiello che andrebbe letto perché aggiunge tanto alla figura di questo filosofo.
Recensione di Martino Ciano
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