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Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2016
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È un libro testimonianza Niente su cui posare il capo di Francoise Frenkel. Racconta le vicissitudini di una libraia ebrea polacca braccata nel sud della Francia e in alta Savoia durante il periodo dell’occupazione nazista.
Patrick Modiano, che ha curato la prefazione di questo libro, ci dice che in realtà il nome proprio dell’autrice Francoise Frenkel era Frymeta Idesa, nata in Polonia nel 1889. Quello che le successe viene raccontato in quest’opera stampata in Svizzera nel 1945 da una casa editrice ginevrina ora non più attiva e pare che proprio sulle rive del lago dei Quattro Cantoni prese corpo la scrittura. Solo per caso il manoscritto fu ritrovato a Nizza e pubblicato dalla francese Gallimard. Guanda ce lo propone conforme all’edizione originale.
L’autrice-protagonista fin da ragazzina manifesta una grande passione per i libri e in particolare per la letteratura e la cultura francese. Così nel 1921 decide di aprire una libreria francese a Berlino, la Maison du Livre, impresa dai presupposti fallimentari. In realtà il progetto fiorisce: c’è chi la frequenta per acquistare libri in francese, chi per leggere i giornali e chi semplicemente per scambiare idee. Nonostante la guerra sia terminata da poco e il popolo francese risulti odiato nemico, abbiamo la dimostrazione che il pensiero non ha nazionalità e la cultura è in grado di superare qualsiasi frontiera. La fortuna di quest’attività si sviluppa dapprima nella Germania traumatizzata dalla Grande guerra, poi nell’atmosfera più aperta e vivace della Repubblica di Weimar, ma con l’ascesa del nazismo il clima cambia. Per Françoise diventa impossibile proseguire il suo amato lavoro, lascia Berlino nel 1939 e si rifugia a Parigi. Incominciano varie peripezie: le persecuzioni la raggiungono al seguito delle truppe tedesche e da Parigi deve migrare nel sud della Francia. Inizia a vivere alla giornata, ma ha la fortuna di incontrare persone generose che la nascondono, le forniscono falsi documenti, organizzano nuovi rifugi per lei mettendo a rischio la loro stessa vita, le fanno spesso cambiare alloggio e cercano di aiutarla a passare la frontiera per arrivare in Svizzera. Per più di tre anni vive da fuggiasca tra Avignone, Nizza, Grenoble e Annecy.
Lo stile semplice e piano della narrazione fa di questo racconto una piacevole e interessante lettura. Questo libro ci restituisce la voce, lo sguardo, l’emozione di una donna coraggiosa oltre al suo amore per i libri. Le vicissitudini raccontate in ogni pagina potrebbero generare ansia nel lettore, ma l’estrema fiducia della protagonista nella bontà del prossimo e la certezza che comunque il bene alla fine avrà la meglio fanno sì che comunque venga trasmesso un messaggio positivo. E tutti questi personaggi che sfilano nelle sue pagine ci permettono di pensare che nonostante tutto si può sempre avere fiducia nell’umanità.
Recensione di Clara Domenino.
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