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Ilam, Kurdistan iraniano. Dopo le intimidazioni e l’arresto di alcuni giornalisti, Behrouz Boochani raggiunge clandestinamente l’Indonesia e da lì l’Australia, dove vuole chiedere lo status di rifugiato politico. Intercettato dalle forze militari australiane, viene confinato nel centro di detenzione per immigrati irregolari di Manus Island in Papua Nuova Guinea.
«Un libro che mescola il resoconto brutale al saggio teorico, la visione onirica alla poesia» – Il Venerdì
2013, Ilam, Kurdistan iraniano. Dopo le intimidazioni e l'arresto di alcuni colleghi giornalisti, Behrouz Boochani raggiunge clandestinamente l'Indonesia. Sopravvissuto a un naufragio nel tentativo di arrivare in Australia, si ritrova esiliato in un'isola nel mezzo dell'oceano, nel centro di detenzione per immigrati irregolari di Manus Island in Papua Nuova Guinea. Qui Boochani inizia un'intensa campagna di denuncia della politica anti-migratoria australiana e delle umiliazioni cui vengono sottoposti i rifugiati: articoli, documentari e questo libro, digitato in persiano su un cellulare e mandato, di messaggio in messaggio, a Omid Tofighian che lo ha tradotto in inglese. "Nessun amico se non le montagne" racconta i terrificanti viaggi per mare, e la vita quotidiana nel carcere di Manus, nella sua banalità degradante e disumanizzante - la fame, il sole impietoso, le zanzare torturatrici, i bagni che non funzionano, le code per mangiare, per il telefono e per farsi curare. «Aspettare», scrive Boochani, «è uno strumento di tortura usato nelle segrete del tempo.» In uno stile che intreccia prosa e poesia, commento politico e mito, Boochani mette in scena un'umanità tragica e grottesca, ma anche generosa e resistente. Nel suo palcoscenico si muovono Nostra Signora Golshifteh, Il Primo Ministro, Il Gigante Gentile, La Mucca, il Ragazzo dagli Occhi azzurri, Il Pinguino, Il Profeta, Il Papà Del Bambino Di Pochi Mesi, Maysam la Puttana, Il Ragazzo Rohingya... Sullo sfondo, sempre presente, una natura magnifica e terribile, compagna e incubo dei prigionieri senza speranza sull'isola di Manus, in attesa che le loro vite riprendano.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Se consideriamo la sua genesi e la sua fortuna, si tratta di un'opera miracolosa. Questo libro è destinato a diventare un classico tra le opere in cui si parla della privazione della libertà e della resistenza dell'uomo alle barbarie. Significativi i testi che accompagnano l'opera.
Libro bellissimo dello scrittore, giornalista e poeta curdo iraniano Behrouz Bouchani. Trasmesso di nascosto, via whatsapp dall'isola di Manus. Un intreccio di prosa, poesia, riflessione politica e mito. Interessantissimi i due contributi al termine del libro del traduttore Omid Tofighian (ha tradotto il testo dal persiano all'inglese) per comprendere meglio il background della scrittura del testo e soprattutto i molteplici livelli stilistici. E' tra i finalisti del premio "Tiziano Terzani". Consigliatissimo.
Recensioni
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