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Nella trafitta delle antinomie - Domenico Pisana - copertina
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Nella trafitta delle antinomie - Domenico Pisana - copertina

Descrizione


«(...) Questo scenario è rappresentato nella raccolta di versi di Domenico Pisana, Nella trafitta delle antinomie, con sensibilità ed equilibrio, con accenti patemici che inducono il lettore ad interrogarsi senza mai cedere alla rassegnazione o allo sconforto. Ad una riflessione sul contesto esorta l'epigrafe sciasciana, posta in esergo al libro: "Nessuno è al di sopra di ogni sospetto". L'opera di Sciascia, i suoi singolari gialli, i suoi pamphlets costituiscono una continua e penetrante indagatio veritatis. Se la citazione dello scrittore di Regalpetra ci esorta ad una disposizione critica verso la realtà che ci circonda, la dedica della raccolta, che il poeta riferisce con dolcezza alla neonata nipotina Emma, "distesa di sogni sui sentieri della mia tarda età", ci induce a sperare. Come ogni atto poietico e poetico anche Nella trafitta delle antinomie è testimonianza di fede nella parola, sostenuta dalla fede dell'autore. Ma la nostra contemporaneità è segnata da una parola sempre più retorica, cinica e interessata, una parola che perde capacità di significazione e possibilità di raggiungere l'altro. (...)»
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Dettagli

2020
16 settembre 2020
94 p., Brossura
9788864667218

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cippinna
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Domenico Pisana, teologo, docente, ora in pensione, è molto preoccupato per le sorti dell'Italia: Una volta popolo,/ poi popolino, ora populismo, si attende qualcuno/che faccia piazza pulita; forse il tempo/ vedrà populocrati suonare la cetra fra i banchi/dei Palazzi e dipingere il quadro del paese. La penisola è un languido greto nella notte /che dorme, il teatro e la simulazione ci stancano. In altri componimenti riprende la tematica verità-finzione su scala prettamente nazionale, leggiamo infatti bandiera tricolore divenuta cenere di verità tradite, oppure erompe dai lembi dell’anima il grido su menzogne/ di parole affluenti alle alte guglie/ dei palazzi. Ma Egli sa bene che questo non è un problema solo italiano, bensì di tutta l'umanità perchè Siamo tutti Lazzaro nell’oscurità della tomba/ in attesa che Qualcuno venga/e ci dica: vieni fuori! La luce della verità è la mano salvifica che fa alzare Lazzaro, l'oscurità è la menzogna. Se fossi angelo/ succhierei il veleno di lingue menzognere scrive il poeta. Lo tormenta la mistificazione delle parole: figure e figuranti che da mattino a sera/ stuprano le  sue(mie) orecchie e scopo della poesia oggipuò essere purificare la parola, fare luce sulla verità  e non cedere alla retorica dei palazzi. Filo conduttore di questo libro è  la paura per ciò che è sfuggito al nostro controllo e che potrebbe farci perdere l'autonomia: Dove andiamo? Non so, ma certo l’attesa mi tormenta/in strazi di città visti e consumati/ dietro una siepe di paura o sotto un cielo/ diviso tra una pioggia e il sole./E silenzio e sdegno d’un popolo diviso mi fa eco... Anche  le città  sono sgomente di paura/ allargano le mani, e ingrossa di dubbi/l’onda le identità tramandate da secoli La pandemia ci ha costretto a un isolamento che ha tirato fuori altre angosce di chi si interroga per vocazione sui destini del mondo, così Egli scrive: È scatola di sassi questo tempo dell’angelo nero, spelonca di corpi senz’anima....

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