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Entrare "Nel Segno" è come allontanarsi da quella realtà - ibrida,amara, spesso sconcia - del quotidiano , che contamina ed avvilisce. Entrare, quindi, in un mondo altro - sia esso lontano nel tempo, sia a noi più vicino cronologicamente- dove hanno ancora un senso lo stupore, la bellezza, il dolore, l'amore : sensazioni e sentimenti divenuti ormai mere parole destituite d'ogni autentico significato. Le immagini, i personaggi, le storie di questi racconti hanno il potere di coinvolgermi per quell'indescrivibile rimando ad una sensibilità creativa cui troppo spesso la scrittura contemporanea ha rinunciato.C'è, infatti, nell'autrice, la capacità non comune di sottendere al classico verismo di alcune pagine una profonda partecipazione di matrice poetica spesso ignorata dall'algido realismo di taluni narratori di oggi. Il verismo, infatti, non è per la Rando una struttura formale cui sacrificare sottili vibrazioni dell'essere, moti della fantasia, il mistero stesso del vivere e del morire. Ecco perché ella sa dare al racconto una dimensione "altra" da quella convenzionale:occorre leggerla intuendone quella poeticità che è connaturata anche alla sua scrittura in prosa. Segno: presenza, destino, mistero, tessitura invisibile d'ogni incontro umano, d'ogni andare, Segni sono i racconti , filtri dell'essere ora e qui, del passato con i suoi silenzi e le sue parole portate via dal vento dei ricordi, del divenire ignoto, dei "fantasmi" della poesia'ogni nascere e d'ogni morire. E' un testo che consiglio a tutti di leggere.
Storia dell'uomo nelle storie degli uomini, in un intreccio di spiritualità e filosofia di vita. "Nel segno" di Giuseppina Rando, raccoglie condizioni esistenziali dal sapore universale, in cui note poetiche superano lo spazio e il tempo, per fissarsi nella dimensione metafisica, quasi in fusione panica con la natura, proprio "nel segno?di una forza certamente soprannaturale". Viaggiando sulla linea del tempo, si approda nelle coreografie di un amore incondizionato, nella bellezza della dignità umana, nella felicità del donare o nella convinzione che "L'intelligenza soltanto può dare tutto". Sequenze riflessive si addentrano nel pensiero del "nostro stesso crescere, in questo continuo interrogarsi", mentre la Rando cura la regia dei contesti storici, delle abitudini e dei comportamenti della gente, come in un filmato d'autore, in cui abilmente si coniugano le diverse dimensioni del reale, nel teatro di una magica Sicilia. Contenitore della memoria è la storia, che si trasforma in " voce dalla consistenza del diamante che non potrà svanire nel vuoto" e nella sua ciclicità, ricorda che il motore della vita è il cuore dell'uomo, custode " di quel che resta di noi". In uno stile raffinato , la Rando affida al garbo delle parole i suoni e i colori, le azioni e i pensieri di un'attraente narrazione, che coglie ancora una volta "nel segno". Piera Isgrò
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