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Alternando il diario di guerra a riflessioni politiche e personali, Azad si interroga su temi eterni come il prezzo della vittoria in termini di vite umane, gli effetti indelebili dell’esperienza bellica sul corpo e sulla mente dei combattenti, il dolore per la morte dei compagni di battaglia e delle centinaia di volontari grazie al cui sacrificio oggi il mondo ha una speranza in più di poter scongiurare una terribile minaccia.
«Cudi è un narratore abile e meravigliosamente conflittuale, e, questo rende il libro molto avvincente» - Elliot Ackerman, La Lettura
«Un libro memorabile» - The Wall Street Journal
La vera storia della resistenza di Kobane contro l'Isis non è ancora stata raccontata, perché moltissimi di coloro che vi hanno preso parte non sono sopravvissuti. Ed è soprattutto per i miei compagni caduti che ho deciso di lasciare questa testimonianza
Nel 2002 Azad Cudi è un ragazzo curdo-iraniano di diciannove anni costretto al servizio militare nell’esercito iraniano. Rifiutandosi di combattere contro i suoi fratelli curdi, decide di disertare e fugge nel Regno Unito, dove chiede asilo, impara l’inglese e ottiene la cittadinanza. Dopo circa un decennio, quando esplode la guerra civile in Siria, Azad torna in Medio Oriente come volontario in missioni umanitarie. Nell’autunno 2014, dopo soli ventun giorni di addestramento, diventa uno dei diciassette tiratori scelti schierati dai curdi per difendere dall’attacco dell’Isis la città di Kobane, nella regione autonoma curda del Rojava. È una guerra atroce e impari, quella dei volontari che resistono all’assedio dell’Isis: i primi, nelle cui file combattono anche molte donne, sono solo duemila, mentre i jihadisti superano i dodicimila. E non resta che abbatterli uno a uno. In questa toccante testimonianza, Azad Cudi racconta dall’interno i lunghi mesi di sanguinose battaglie. Accompagnando il lettore nel suo sconvolgente viaggio dietro le linee del fronte, rivela senza reticenze il ruolo dei cecchini nella lotta e infine nella storica disfatta dell’Isis a Kobane.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Autobiografia molto interessante di un cecchino nell'inferno di Kobane. Non si cade nella retorica e sopratutto non si strombazzano (troppo) gli ideali. Si cerca di immedesimarsi nell'uomo che come altri suo compagni ha difeso la sua terra dall'Isis. Romanzo ne crudo ne cotto...Al sangue.
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