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Un Piersandro Pallavicini al suo meglio prende di mira un ambiente a lui familiare: quello letterario, dei salotti, delle classifiche e dei premi. E ci regala un romanzo divertentissimo e crudele.
E allora cosa rimane dei gratificante una volta pubblicata la tua pregevole opera destinata all'anonimato, se non vincere un premio?
Una casa in centro a Milano con ampio giardino in cui le sue migliori amiche possano prendere il sole nude, una cuoca dallo stretto accento lombardo e una Jaguar XJ color "verdone": questi i primi desideri che a sessant'anni Sara Brivio ha deciso di esaudire dopo aver inaspettatamente ereditato un paio di miliardi di euro dal padre. Scrittrice di scarsa fama, fino a due anni prima Sara viveva a Vigevano in un quartiere degradato, arrivava a stento a fine mese e suo marito l'aveva lasciata per un procace trentenne ivoriano. Poi l'eredità e la soddisfazione più grande: la creazione del premio Brivio. Centomila euro in palio e la ferma intenzione di ridicolizzare i soliti noti del jet set editoriale e far vincere, per una volta, gli eterni esclusi. La prima edizione le ha dato grande soddisfazione. Ora però si è candidato alla competizione letteraria Michele Castagnèr, in arte El Panteròn, scalatore di classifiche nonché l'uomo per cui tutte le signore della Vicenza bene spasimano. Sarebbe la vittima perfetta del premio, ma proprio El Panteròn sfodererà perseveranza e inventiva impreviste pur di scoprire chi si nasconda dietro la giuria del premio Brivio e provare a corromperlo con il proprio fascino da ruffiano. Ma le traversie di Sara non si limitano al premio Brivio: riuscirà a riallacciare i rapporti con la figlia che non le rivolge la parola da anni e nel contempo a evitare le minacce alla sua eredità?Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Sara Brivio viveva a Vigevano in un modesto appartamento neanche ben arredato quando improvvisamente, alla veneranda età di 60 anni, eredita dal padre una rendita mensile di oltre due milioni di euro! Cambia vita, si trasferisce a Milano, in una sontuosa villa in centro, con un bellissimo giardino, dentro il quale lei e le sue amiche Elena e Fanny prendono il sole completamente nude! Le tre amiche sono tre scrittici piuttosto modeste, non hanno mai conosciuto il vero successo letterario ma grazie alla fortuna di Sara, sono le insindacabili giudici del Premio Brivio. È un concorso letterario per autori emergenti o meglio spesso ingiustamente dimenticati del panorama letterario… una sorta di competizione per chi è stato bistrattato dall’elite delle case editrici.. ed il primo premio è una somma da capogiro: 500 mila euro! La vita di Sara tuttavia ha anche degli spazi bui, un matrimonio fallito e soprattutto una figlia che rifiuta qualsiasi tipo di rapporto.. Il mio professore di chimica preferito ancora una volta non delude con un romanzo divertentissimo, dal taglio ironico e pungente , una visione disincantata sul mondo dell’editoria, sui pregiudizi conditi da tanto snobismo che spesso gli autori anche meritevoli devono combattere Quando volete farvi del bene e scegliere una lettura divertente ma non dimeno intelligente e ironica scegliete il professore Vigevanese, stile unico , puro divertimento in pieno stile padano!
Che situazioni bizzarre!!! Molto ironico ma tutto ha un senso.. Inizialmente non ho colto lo stile dell'autore ma mi son dovuta ricredere... È il primo che leggo ma non mi fermerò a questo
Mi aspettavo un romanzo piacevole,ho trovato una storia fantastica.El panteron,Fanny e Elena,il marito di Sara,la donna vestita di rosso,la segretaria,tutti personaggi a loro modo sarcastici che l'autore fa girare intorno alla storia come un vero manovratore.libro da regalare per regalare una bella emozione.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Attenzione: nelle ore diurne, si consiglia di tenere i bambini lontano dalla zona milanese delle Cinque Vie. Rischierebbero di incappare in atti contrari alla pubblica decenza, almeno secondo l’opinione dei più perbenisti.
Le grandi “peccatrici” sono tre donne mature, scrittrici sconosciute al pubblico mainstream, con il vizio di circolare nude per il giardino dell’enorme villa di una di loro, Sara Brivio, ritrovatasi ricca all’improvviso grazie a un’inaspettata eredità lasciatale dall’”escrementizio” (parola d’autore) padre. Quale modo migliore per sfruttare la rendita mensile di “soli” due milioni di euro se non avventurarsi in viaggi non programmati, con l’unica esigenza di allontanarsi dall’ambiente meneghino, e istituire un nuovo Premio Letterario - il Brivio, appunto - dedicato alle opere dimenticate di autori anche celebri il cui vincitore è stabilito a insindacabile giudizio della fondatrice e delle sue due migliori e uniche amiche?
Dopo l’esilarante “Una commedia italiana”, Piersandro Pallavicini conferma la sua verve sarcastica dipingendo uno straordinario ritratto del mondo editoriale italiano contemporaneo, attraverso la narrazione delle vicende di vita tragicomiche di tre donne di mezza età e dei comprimari che vi ruotano attorno: dalla cuoca Gianna, grillo parlante (solo in dialetto vigevanasco) del romanzo, a Monica, la figlia della protagonista, barricata dietro un muro di indifferenza e di sdegno dopo la scoperta della condotta della madre, o forse di entrambi i genitori…
Sesso, rancori e segreti di famiglia sgorgano fluidi dalla penna dell’autore, trattati con un piglio ironico che, sfociando talvolta nell’assurdo e nel grottesco, appare quanto mai reale e quotidiano.
Il lettore troverà un’unica difficoltà nell’approcciarsi a questo romanzo: interrompere la lettura, chiudere il libro e rivolgere la propria attenzione alle noiose incombenze della giornata. Sin dalle prime pagine Piersandro Pallavicini sa coinvolgere il suo pubblico facendolo sentire membro attivo dell’esclusiva cerchia di conoscenze e frequentazioni della “provinciale arricchita” (sempre parola d’autore) Sara Brivio, provocando risate indulgenti e argute riflessioni.
Un avvertimento ai registi all’ascolto (o, per meglio dire, alla lettura): drizzate le antenne della vostra creatività e prendete in considerazione “Nel giardino delle scrittrici nude”. Potrebbe risultarne una trasposizione scenica eccezionale.
di Martina Barlassina
Si Ringrazia il Master Booktelling
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