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Un inno a New York e alla sua complessità.
José Muñoz e Carlos Sampayo, celebrati maestri del fumetto contemporaneo, crearono la serie spin off del loro leggendario Alack Sinner e la intitolarono "Nel Bar", ("Le bar a Joe", in Francia). La serie spopolò ovunque e anticipò tutte le istanze di una narrazione moderna. Nervosa come una partitura jazz e sinuosa come un romanzo di Chandler. I personaggi che compongono questo affresco, questo inno a New York, come le sue sfaccettature, rimangono impressi. Giocano con la memoria e sono degni della grande letteratura. Furono pubblicati in tutta Europa e negli Stati Uniti, sulle pagine della rivista RAW, curata da Art Spiegelman.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
E molto interessante lo consiglio vivamente
Bel libro. Belle storie. Disegni creati in stato di grazia. Due ore trascorse in beatitudine mentre lo leggi, lo guardi, lo assapori, lo gusti.
Un po' falsamente descritto come uno spin-off di Alack Sinner, diciamo che è semplicemente ambientato nello stesso universo e ci sono alcuni personaggi - che restano sullo sfondo - già visti su Alack, tra cui lo stesso Joe. Leggibile tranquillamente a sé stante. Per descriverlo prenderei direttamente alcuni pezzi dalla postfazione. "Il bar è semplicemente un luogo-approdo tra parentesi e ormeggi extra dry, offre un attracco sicuro a mani che si allungano disperate verso bicchieri appannati." "Il tema centrale è l'isolamento. L'inevitabile e intollerabile solitudine esistenziale degli Sarà lunga, fino a stasera. Quel sentimento acuto e straziante che porta a fuggire da sé facendo violenza agli altri o autopunendosi. Personaggi dalle esistenze separate, riluttanti a piegarsi alle norme, autori di gesti comunque legati a una ricerca di identità. Chi sono io? Con l'inevitabile conseguenza: chi sono gli altri?" E' anche molto personale, la condizione di entrambi era la stessa di Pepe l'architetto, esuli, gente che non esiste, gente senza documenti. Lo stile di Munoz cangia, attraversa svariati periodi della sua carriera del resto. I primi 2 volumi raccolgono le storie che vanno dal '78 al 1985, il terzo dal 2001 al 2002. Si fa sempre più espressionista, fino ad essere quasi solo evocativo, ma "le vignette sono orge visive che restituiscono con rara veridicità l'effervescenza che regna nei locali di questo tipo." Nel Bar il duo esplora più i paesaggi interiori dei personaggi, tendenza già avviata da AS dopo le primissime storie più noir, disfacendo l'intreccio e la presenza di un protagonista. Anche il ritmo è sincopato, del resto l'atmosfera è torbida e pregna di jazz, ma talvolta è proprio frammentato, con sequenze da non sequitur. Sono frammenti di storie che messi insieme forniscono un puzzle coerente, un po' come fa la fotografa della quarta storia, è il magma incandescente che, solidificandosi, crea un nuovo percorso.
Recensioni
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