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Ripercorrendo diari, lettere, libri di memorie, documenti d’archivio, James Wyllie fa emergere un versante sconosciuto della storia del nazismo, e rende più comprensibile la vita interiore, apparentemente inspiegabile e mostruosa, degli uomini che hanno avverato l’incubo hitleriano.
«James Wyllie racconta le storie delle mogli di Göring, Goebbels, Himmler e altri gerarchi, costruendo un prisma inedito attraverso il quale guardare al periodo nazista.» - The Guardian
«Pochi anni prima della sua morte una troupe cinematografica andò a trovare Ilse Hess nella casa di cura in cui soggiornava, nella speranza di intervistare la Vecchia Signora del Nazismo. La trovarono seduta in una stanza affollata e riuscirono a girare un filmato di qualche minuto. Osservandola eludere abilmente le domande con risposte evasive e monosillabi, con un luccichio negli occhi e il sorriso sulle labbra, è difficile liberarsi della sensazione che, nonostante tutto, Ilse pensasse che ne fosse valsa la pena.»
Il 22 luglio 1941 Heinrich Himmler porta la moglie Margarete a visitare il giardino di erbe officinali che ha fatto costruire all’interno del campo di concentramento di Dachau: coltivare insieme piante per preparati omeopatici era stato il sogno che avevano condiviso da giovani innamorati. Il 20 aprile 1945 è il compleanno di Hitler, ed Eva Braun non si rassegna a un festeggiamento tetro, immalinconito dai presagi della disfatta: beve champagne, mette sul grammofono un vecchio disco, cerca di coinvolgere i pochi invitati rimasti in un ballo triste e sfrenato. Dieci giorni più tardi, il primo maggio, Magda Goebbels fa sedare e avvelenare i figli. Poi esce insieme al marito nel giardino del Reichstag e morde una capsula di cianuro; lui le spara alla testa, ingerisce a sua volta il veleno e si spara. Nonostante la storiografia le abbia per lo più ignorate, le donne raccontate in questo libro, mogli, compagne, amanti dei più importanti gerarchi nazisti, sono state letteralmente in primo piano sulla scena della storia. Difficilmente inquadrabili nel cliché della donna docile e sottomessa, queste Naziste hanno avuto un ruolo decisivo nella costruzione e nel consolidamento del Terzo Reich, determinando svolte, conversioni, rotture, alleanze, e conservando tenacemente la memoria dei mariti ben oltre la fine della seconda guerra mondiale. Non rimasero insomma “dietro” gli uomini ingombranti che avevano sposato, come vorrebbe l’abusato modo di dire, inermi custodi della loro vita privata; ma accanto, fianco a fianco nella costruzione quotidiana del più tragico progetto politico di tutti i tempi. Ripercorrendo diari, lettere, libri di memorie, documenti d’archivio, James Wyllie fa emergere un versante sconosciuto della storia del nazismo, e rende più comprensibile la vita interiore, apparentemente inspiegabile e mostruosa, degli uomini che hanno avverato l’incubo hitleriano. E mentre ordisce un fitto intreccio di notazioni psicologiche e trame politiche, faccende personali e questioni diplomatiche, problemi sentimentali e sogni di dominio, Wyllie ci costringe a riconsiderare la tradizionale distinzione tra pubblico e privato, tra fatti storici e gossip. Perché, parafrasando la celebre intuizione di Hannah Arendt, è necessario fare storicamente i conti con la “normalità” del male, con la sua domestica e feroce quotidianità.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Libro interessante di taglio giornalistico. L'intreccio dei racconti inerenti le diverse "signore" del III Reich costringe il lettore a fare attenzione durante la lettura, i passaggi da una protagonista ad un'altra sono infatti repentini. Inevitabilmente si parla molto - forse troppo in effetti - dei mariti ma il lavoro di raccolta di informazioni è lodevolissimo. Il consiglio è di leggerlo. Bella e ticca la bibliografia finale.
Libro da evitare, vi risparmiate una delusione. Non è nient'altro che un collage di biografie, ricostruito a partire da altri libri sull'argomento, nel quale l'indagine storica brilla per assenza. Molto meglio rileggere le ricerche storiche già pubblicate in passato (Sigmund, Schwarz ) che, guarda caso, non sono nemmeno citate nella bibliografia di questo libro inutile. Un brutto vezzo quello di nascondere le fonti principali delle proprie pubblicazioni!
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