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Anno edizione: 2017
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Il saggio che Chapoutot ha proposto al pubblico, è qualcosa di inedito dall’enorme mole di lavoro che dalla sconfitta del Terzo Reich è stato stampato. L’Autore parte dalla tesi che il nazionalsocialismo, fenomeno storico recente, ha cercato di accreditarsi come un movimento ideologico avente radici antichissime e il suo leit motiv ossessionante, la razza, è qualcosa che già distingueva gli antichi Greci e gli antichi Romani, per cui questi due popoli, forgiatori di storia e civiltà, appartenevano alla razza nordica-ariana. Il libro è molto ben documentato e cita opuscoli, libri, manuali per le scuole e università, oltre i testi principali di Hitler, Rosenberg, Guenther, Darrè, Goebbels, dei quali vengono riproposti vari passi che contribuiscono a chiarire il pensiero di questi personaggi, contestualizzandoli nei vari capitoli. Se l’antica Grecia “nordica” viene presa a modello per la nascita delle città-stato che si basavano sulla filosofia di Platone e dei suoi discepoli, di una concezione aristocratica e guerriera dell’uomo nuovo che ben si sposava con l’ideologia nazionalsocialista e in particolar modo delle élite, le SS, l’antica Roma, col suo impero, veniva ammirata e presa a modello dal Fuhrer per la sua capacità di conquista e dominio su gran parte dell’Europa, dominio e volontà di potenza che lo stesso Hitler auspicava per la sua Germania, una volta vinta la guerra. Il capo del nazismo vedeva nel giudeo-cristianesimo e nel bolscevismo due facce della stessa medaglia che si sarebbero dovute estirpate per l’affermazione della sua idea, condivisa fino alla fine della guerra dal popolo tedesco che tanto ciecamente e entusiasticamente aveva creduto in lui. Lo studio dello storico francese è consigliato all’attenzione dei lettori, soprattutto per il fatto di essere andato alle fonti documentarie della grande vastità di materiale scritto dell’epoca e di una bibliografia dettagliatissima di quegli anni che contribuirono a cambiare per sempre il corso della Storia.
Testo frutto di una ricerca attenta su temi non adeguatamente battuti dalla critica storica. I capitoli abbracciano tutti gli aspetti del totalitarismo nazionalsocialista, dall'architettura all'educazione, nel loro rapporto con la classicità greca e latina. Le allusioni sarcastiche e i momenti in cui l'autore perde professionalità, concedendosi allo sbeffeggio politico, sono di entità lieve e non rovinano il gusto complessivo di un'opera ben scritta.
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