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Anno edizione: 2021
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Il racconto in prima persona della vicenda della nave Cavtat da parte di chi, all'epoca pretore della piccola città di Otranto, si è impegnato, con tutti gli strumenti che le leggi e la Costituzione consentivano, in una corsa contro il tempo per evitare il disastro ambientale.
Estate 1974. A poche miglia al largo di Otranto, in quel tratto di mare dove lo Ionio incontra l'Adriatico, la nave cargo iugoslava Cavtat affonda, la fiancata squarciata per uno speronamento. Nessun morto, neanche un ferito. Uno spiacevole incidente, apparentemente banale, se non fosse per un particolare: nel carico imbarcato ci sono 906 bidoni di piombo organico, utilizzato come antidetonante e additivo della benzina, pericolosissimo. Il racconto in prima persona della vicenda della nave Cavtat ‒ un caso giudiziario dai risvolti politici, sociali e mediatici ‒ da parte di chi, all'epoca pretore della piccola città di Otranto, si è impegnato, con tutti gli strumenti che le leggi e la Costituzione consentivano, in una corsa contro il tempo per evitare il disastro ambientale.
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