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La recensione di IBS
La storia che leggiamo in queste pagine è rimasta sospesa nella testa di Erri De Luca per circa un anno, l’anno che ha dovuto trascorrere in tribunale a difendersi dall’accusa di istigazione al sabotaggio, in relazione alla vicenda dei NoTav. Come uno scalatore davanti alla parete di roccia, Erri De Luca ha atteso la fine della vicenda processuale per rimettersi a scrivere. Riaffiora in questo modo il racconto ascoltato una sera in Val Badia dalla voce di due suoi amici, lo scultore Lois Anvidalfarei e la poetessa Roberta Dapunt.
Si tratta di un “racconto teologico”, ovvero, secondo la definizione dell’autore - che ama trovare il senso profondo delle parole - un racconto che nasce dall’ascolto.
“Se il mondo e le creature viventi sono opera di una divinità, ogni racconto lo è necessariamente”.
La storia si svolge in montagna, terra di confine, e ha come protagonista un anziano scultore, collezionista di sassi e legnetti, scalatore di montagne, che tra quelle cime ha trascorso tutta la vita, e altri due suoi amici, entrambi sessantenni ed entrambi ex artigiani. I tre amici hanno messo in piedi un servizio di attraversamento confini, destinato a tutti i migranti che capitano da quelle parti con l’indirizzo di una città straniera in mano e che sperano di evitare i controlli.
I tre uomini si fanno pagare molto bene il servizio, anche perché i varchi e i passaggi tra le montagne, attraverso le creste, sono noti solo a chi tra quei monti ci è nato e cresciuto. Fare da soli significa finire in un crepaccio, mangiato dai corvi.
“Per noi che non abbiamo viaggiato, loro sono il mondo venuto a farci visita”
I migranti sono il mondo che arriva, lascia i suoi soldi, e se ne va. Ma Lois ovviamente non è un trafficante di uomini, vuole accertarsi che i ragazzi abbiano delle buone scarpe e dei vestiti pesanti, che le donne e i bambini non rischino la vita sulla parete di roccia. Lois restituisce loro i soldi quando arrivano oltre confine, legge i simboli che la natura e gli uomini si portano addosso.
Lois scolpisce la pietra e il legno lasciando sulla materia i segni del suo passaggio. E non è forse questo un attraversamento, come la Pasqua ebraica?
Il prete della sua chiesa gli ha affidato il restauro di un crocifisso, un’importante opera d’arte, e lo ha assegnato a lui proprio perché conosce la sua attività di accompagnatore oltre confine. Non è un simbolo del sacro quel corpo scolpito nel legno che dovrà ultimare, levigare, limare? Quanta Pasqua, quanto attraversamento, c’è in un corpo agonizzante, in una Natura esposta?
“La montagna è una cassaforte di segreti”
lo scultore Lois Anvidalfarei con il suo racconto ce ne rivelerà uno, sconcertante, che ci riguarda sempre da vicino, che ci tocca ancora nel profondo. Erri De Luca con le sue parole studiate, cadenzate, fortemente simboliche, saprà aprire varchi di comprensione e di immaginazione, nuovi significati per una storia raccolta per caso, come un pezzo di legno nei boschi.