«Nella visione di Giotto, in quel naso aquilino ma dolce, destinato a diventare aquilino e grifano, è forse racchiuso il mistero non di Dante, ma del suo pensiero»
Nel 1840, nel palazzo del Bargello di Firenze, viene riportato alla luce il ritratto giovanile di Dante dipinto da Giotto. Principale fautore della scoperta è l’inglese Seymour Kirkup, pittore, allievo e amico di William Blake, che realizzò una copia perfetta del Dante giottesco e la inviò in Inghilterra, all’esule e studioso Gabriele Rossetti, padre di Dante Gabriele Rossetti, fondatore, quest’ultimo, della Confraternita dei Preraffaelliti. L’idea principale di Gabriele Rossetti è che Dante sia un ""Fedele d’amore"", vale a dire depositario di una conoscenza superiore che si rifà alla tradizione provenzale dei trovatori, ispirata all’eresia catara. L’opera di Dante sarebbe dunque una grande allegoria che si rivolge a chi la sa comprendere. Il Poeta stesso lo suggerisce nel ix canto dell’Inferno: ""O voi ch’avete li ‘ntelletti sani,/ mirate la dottrina che s’asconde/ sotto ‘l velame de li versi strani"". A partire da quel momento, Dante diverrà oggetto delle più fantasiose interpretazioni: un gesuita cercherà di dimostrare che il Poeta era un occulto templare, Giovanni Pascoli dedicherà molti anni della sua vita e ben quattro volumi all’interpretazione esoterica di Dante, mentre uno stimato studioso spagnolo delle tradizioni islamiche, Miguel Asìn Palacios, dimostrerà i debiti della Divina Commedia a testi musulmani e i collegamenti alla crociata a cui partecipò Eleonora d’Aquitania, madre di Riccardo Cuor di Leone. Infine, il ritrovamento di un manoscritto dedicato alla Beatrice di Dante, riconoscerà il Sommo poeta come eretico e propugnatore di idee socialiste.
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