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Anno edizione: 2010
Anno edizione: 2012
Anno edizione: 2022
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A mio parere,la prima opera da leggere in una manovra di avvicinamento all' Autore. Ho la responsabilita' di evitare ad altri l'errore da me compiuto nel leggere dapprima lo Zarathustra e poi tutto il resto della letteratura di Nietzsche.Un percorso al contrario.La mia convinzione nasce dalla certezza che " La nascita della tragedia " rappresenti davvero un aspetto nucleare del Nietzsche-pensiero, una porta d'ingresso alla sua visione di civilta' e di assoluto. Viene identificata la tragedia greca quale rappresentazione quasi religiosa di un mondo perduto, seppur recuperabile,in cui l'impulso apollineo di armonia ed equilibrio abbraccia quello dionisiaco di ebbrezza e creativita' offrendo all'uomo gli ingredienti per un' universale possibilita' d'esistenza e regalando alla civilta' l'arte, quella vera. E' necessario riferirsi agli dei ed alla mitologia, che nella sofferenza e nella lotta leggono un valore e non una maledizione. Un incitamento, talvolta levato con il tono di un appello disperato, a rifuggere dal canto delle sirene dei falsi idoli. Una presa di distanza dal comodo ottimismo che essi elargiscono a piene mani. Si deve ricreare l'ambiente vitale che in passato ha animato la tragedia greca,e cio' e'missione della cultura tedesca. Nietzsche sostiene che per far cio' essa debba trarre la forza necessaria dalla propria coscienza storica, attingendo ai propri dei familiari. Scritta cosi' appare quasi un'investitura divina. E forse lo e' davvero:la cultura tedesca, il popolo tedesco riuscira' nel proprio intento solo se ascoltera' la voce dionisiaca che mostrera' il percorso: "E se il tedesco dovesse mai guardarsi intorno esitante in cerca della guida che lo riconduca nella patria da troppo tempo perduta, ebbene dia allora ascolto al richiamo deliziosamente allettante dell'uccello dionisiaco che si libra sul suo capo e gli indichera' il cammino " (Cap. XXIII )
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