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L'unica cosa che condivido con chi ha diretto e sceneggiato questo film è l'utilizzo dell'avverbio "liberamente" (liberamente tratto dal romanzo "N." di Ernesto Ferrero). Per chi ha letto ed apprezzato il romanzo di Ferrero, il film è stata una cocente delusione. Troppe scenette comiche (non presenti nel libro) e una sola scena melodrammatica (fucilazione del maestro). La scelta degli attori mi conferma nell'idea che fosse intenzione di fare un film comico-storico all'italiana (una specie di Marchese del Grillo?), beninteso attori bravi ma poco adatti ad interpretare i protagonisti del romanzo. La figura del bibliotecario Martino, nel romanzo, è melanconica, riflessiva, romantica esattamente l'opposto del bravo Elio Germano. Gli altri protagonisti sono delle simpatiche macchiette che con i personaggi del romanzo hanno poco o nulla a che vedere. Daniel Auteuil è bravo, e ci mancava altro che non lo fosse. La Bellucci mi chiedo che cosa centri, l'amante di Martino non è così frivola nel romanzo. Si ride troppo (brava Sabrina Impacciatore), ma poi alla fine questa storiella dove tutti vissero felici e contenti travisa completamente lo spirito del libro. Tutte le bellissime riflessioni melanconiche sulla vita di Martino dove sono finite? E i dialoghi profondi con Napoleone? Il regista/sceneggiatore ha riportato solo cose superficiali. Il mio voto basso si giustifica con le aspettative tradite, dopo un romanzo storico così entusiasmante mi sarei atteso qualcosa di più serio. Di una sola cosa sono contento: di aver letto il libro prima di aver visto il film, altrimenti non lo avrei mai letto. Un consiglio a tutti: leggete prima il bellissimo libro di Ernesto Ferrero e poi se proprio la curiosità vi tormenta vedete pure il film, dimenticandovi ovviamente del romanzo.
Devo dire che mi ha molto deluso. L'attore che rappresentava Napoleone non mi è assolutamente piaciuto sia perchè parlava malissimo l'italiano (che invece veniva parlato ottimamente dall'Imperatore) sia perchè non assomigliava assolutamente al personaggio storico. Il maestro di scuola (quello che poi muore) è l'unico che ha una personalità ma viene inutilmente sciupato dal ruolo del protagonista giovane, poco coerente con le sue idee che si presentano senza capo nè coda (ma perchè vuole uccidere Napoleone?...ipotizzando la sua età sui 19 anni, al tempo della campagna d'Italia avrebbe dovuto essere un bambino e quindi poco interessato ai patrioti nostrani e, d'altro canto, nel film non sono indicati ferventi antibonapartisti capaci di indottrinarlo così...). Per quanto riguarda la fine, si schernisce da sola: perchè per Sant'Elena il maestro parte nel 1821?...cos'ha fatto nei 6 anni tra il '15 e il '21?...non è spiegato e si capisce che l'unico scopo di questa scelta è stato quella di creare un finale ad effetto.
Un Napoleone inedito, ben interpetrato. Storia curiosa e affascinante. Belle le foto e le immagini. Qualcosa di nuovo nella vita avventurosa del corso.
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