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In se l'intreccio delle due storie è strepitoso, ancora attuale e sempre più forte, credo che chiude di noi vorrebbe avere un proprio museo delle promesse infrante, che ci serva anche da lezione per il futuro, sfortunatamente però in alcuni momenti la lettura era molto lenta e un po' statica, ma ho comunque adorato personaggi e caratteri
Nel 1986 Laure lavora come ragazza alla pari presso la famiglia di un dirigente di un'industria farmaceutica in Cecoslovacchia. Nei pochi mesi trascorsi in quella terra, in cui ogni aspetto della vita dei cittadini è controllato dal Partito, Laure vive un'intensa e dolorosa passione amorosa. Capitata per caso in un teatro delle marionette, la giovane protagonista conosce Tobias e, grazie a lui, scopre l'esistenza della resistenza all'oppressione, dei rapimenti, delle botte e delle torture, a cui i membri sono sottoposti regolarmente. L'amore per Tobias è travolgente, ma gli ostacoli sono tanti. La storia si dipana nel passato e nel presente. Ormai sono passati anni e Laure gestisce il Museo delle promesse infrante a Parigi, nel quale vengono custoditi oggetti che chiunque può donare e che sono il simbolo di promesse disattese e di profondo dolore. Tra gli oggetti che la stessa Laure ha donato, ci sono un biglietto ferroviario e un velo da sposa. Solo pian pianino il lettore viene a conoscenza di ogni dettaglio che li riguarda... La storia narrata è senz'altro coinvolgente e interessante, ma trovo che l'autrice si sia posta come obiettivo qualcosa di molto ambizioso, che non è riuscita a realizzare, se non in parte. Probabilmente, se si fosse limitata alla linea narrativa nel passato e a un approfondimento delle emozioni di Laure verso il suo datore di lavoro e verso se stessa, senza la complicazione del museo e la presenza degli altri personaggi minori, sarebbe risultato tutto più fluido e armonico.
L'idea è originale del museo delle promesse infrante, un museo che contiene il ricordo di una promessa perduta. Tuttavia in realtà si parla di una storia d'amore tra una giovane ragazza e un dissidente e del clima politicamente pesante determinato dal regime dello Stato negli anni sessanta. In definitiva quindi è davvero pesante. NOn brutto, perché i fatti sono narrati con cura e precisione, ma leggerlo è stato a tratti noioso perché non mi aspettavo di imbattermi in una storia così politica, di repressione politica, di idee e storicità che sono quasi un documentario sulla repressione del regime comunista. Ha deluso quindi le mie aspettative perché mi aspettavo un libro piacevole e leggero e invece mi sono ritrovata ad affrontare temi storici pesantissimi ed impegnativi, a tratti davvero noiosi e prolissi, che si educano e spiegano, ma comunque non divertono. Non mi è piaciuto, troppo deprimente anche se scritto comunque molto bene.
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