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Anno edizione: 2019
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Come mai la curiosità inesauribile dei bambini, che non cesserebbero mai di interpellarci con i loro “perché”, invece di aumentare e spalancarsi con il procedere del loro sviluppo cognitivo, nella scuola e nella vita, sembra diminuire e spegnersi? Che responsabilità ha la scuola, nel suo modo di offrire sapere ai ragazzi, nella diffusa indifferenza e ignoranza che sembrano esserne i frutti? Questo testo si interroga sul disamore che i giovani manifestano per la conoscenza, atteggiamento che appare inspiegabile in una società ricca e altamente culturalizzata, in un’epoca di enorme progresso conoscitivo, consentito da straordinari mezzi tecnologici, in ininterrotto progresso da almeno quarant’anni. Due sono le linee di riflessione fondamentali dell’autore. La prima riguarda una modalità di trasmissione del sapere, particolarmente nella scuola, che censura la problematica fondamentale del “senso”, rivolgendo l’interesse soprattutto all’utilità delle conoscenze. E giustamente Tempesta argomenta che non è sufficiente per l’animo dell’uomo ritenere che qualcosa “serve” per essere motivato a cercarlo e raggiungerlo. E’ una tesi che va assolutamente esaminata e discussa, se si vuole che la scuola riprenda una funzione culturale nel mondo di oggi. Un secondo aspetto riguarda invece i docenti: non c’è modo di comunicare ai giovani conoscenze, e di stimolare in loro una motivazione personale allo sforzo dell’apprendimento, se i docenti stessi non hanno viva in sé e profondamente ragionata una personale motivazione. Conta soprattutto ciò che li ha spinti a dedicarsi a una determinata disciplina, ciò che li ha appassionati, e che deve continuare a generare riflessione sulla propria esperienza e deve rappresentare un orizzonte personale di significato, gusto e ricerca. Libro di notevole interesse, soprattutto per chi opera nel mondo della scuola, o dell’educazione in generale.
Interessante, da sottoporre all'attenzione dei docenti e degli stessi studenti.
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