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divertente e leggero come lo sanno essessere soltanto le cose profonde. Un libro-metafora che celebra, fra l'altro, un altro grande che se ne è andato da poco:Manolo Vasquez,l'indimenticato inventore di Pepe Carvaho.da ricordare il capitolo sul male e sul malvagioe la lunga carrellata di eroi minimalisti e squinternati.
Un romanzo estremamente divertente e ironico nonstante parli di fatti serissimi e tragici! Da leggere e da consigliare agli amici.
Un bel libro, senza dubbio. Per chi conosce i precedenti libri di PIT II non si puó che confermare la vena ironica e decisamente NON di destra dell'autore. Indubbiamente, avendolo io letto in spagnolo con tutto lo "slang" messicano di cui é intriso (specie la parte scritta dal Sub Marcos) qualcosa nella traduzione italiana si perde. Quello che non si perde, peró, é lo spirito di un libro anomalo, cinico, idealista fino al parossismo, peró ingenuo e candido allo stesso tempo. In un mondo senza ideali di riferimento é giá qualcosa. Peccato che Don Manolo Montalbán sia morto prima della stesura definitiva e della pubblicazione: sarebbe stata entusiasmante la sua partecipazione per un libro a SEI mani invece di quattro. Ma il suo spirito aleggia e ce lo fa sentire, nonostante tutto, vicino.
Recensioni
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Romanzo giallo, gioco letterario, libro di denuncia: Morti scomodi è tutto questo. Il libro dello scrittore Paco Ignacio Taibo II e del leader dei ribelli zapatisti, subcomandante Marcos, è una storia a incastro, composta da dodici capitoli scritti alternativamente da uno e dall'altro autore, un'avventura che cresce, pagina dopo pagina, episodio dopo episodio, mescolando finzione e realtà e addentrandosi nel sottobosco di intrigo, ingiustizia e corruzione della società messicana. I protagonisti sono due, come gli autori del libro: l'indio Elías Contreras, membro della commissione d'indagine dell'esercito zapatista di liberazione nazionale, personaggio creato dalla penna carica di amara ironia del subcomandante Marcos, e Héctor Belascoarán Shayne, il detective orbo e claudicante di cui Paco Taibo II ha già raccontato le imprese in una fortunata serie di romanzi polizieschi.
La vicenda ha inizio con l'arrivo in un villaggio del Chiapas di Pepe Carvalho, il noto investigatore protagonista dei libri di Manuel Vázquez Montalbán, che consegna agli zapatisti un'enigmatico messaggio, scritto dal romanziere spagnolo prima della morte, in cui si nomina un certo Morales. Nel frattempo, questo stesso misterioso personaggio diventa oggetto delle indagini condotte a Città del Messico da Héctor Belascoarán, raccontate nei capitoli di Taibo. L'investigatore indipendente è infatti ingaggiato da Héctor Monteverde, uno scialbo "funzionario progressista" che si porta sempre appresso un cane zoppo, per scoprire l'identità del mittente di numerosi messaggi lasciati alla sua segreteria telefonica. L'uomo al ricevitore dice di essere un vecchio collega di lavoro di Monteverde, Jesús María Alvarado, morto all'inizio degli anni Settanta, e denuncia i suoi assassini e gli abusi commessi dai vari governi succedutisi in Messico negli ultimi quarant'anni. Anche in questi messaggi compare il nome di Morales. Inviato nel "Mostro", ovvero nella capitale Città del Messico, dal subcomandante Marcos, Contreras riceverà l'incarico di incontrare Belascoarán: le loro indagini parallele finiranno per gettar luce su un mondo oscuro di speculazioni edilizie, intrighi finanziari e crimini contro le popolazioni indigene in cui sono coinvolti anche il presidente messicano e il suo governo.
Ironica e divertente, ma anche amara e disincantata per la sua forte carica di denuncia, la narrazione di Marcos e Taibo rappresenta un interessante esperimento letterario a quattro mani. è un libro appassionante ma soprattutto un libro che fa riflettere, un romanzo "scomodo", come tanti morti che ancora non trovano pace perché vittime "delle carognate commesse dal sistema dei potenti, cioè dei ricchi e dei loro malgoverni".
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