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Giallo con trama avvincente, il cui titolo si riferisce al fatto che le due ragazze assassinate, Sheila Broome e Ivy Childess, di Londra, portavano entrambe capelli molto lunghi, anche se non sono stati usati per strangolarle, in quanto l’assassino ha usato la loro sciarpa, invece. Poiché i due delitti sono stati compiuti a quasi un anno di distanza, spetta al comandante di polizia del Devon, Brian Macalvie, coadiuvato dall’ispettore dilettante Melrose Plant, aristocratico e academico, districare la matassa e inchiodare il colpevole. Ci riusciranno, ma a fatica, e anche mettendo in gioco la propria incolumità. Curiosamente, i delitti avvengono nei pressi di una locanda dal nome mortifero: “Mortal Man”, appellativo questo che non potrebbe attirare molti clienti. Il romanzo è diviso in cinque parti, in cui la quarta ha come titolo “polvere di stelle”, anche se qui di stelle se ne vedono poche. Curiosamente, nel nome della scrittrice, Grimes, è codificato il termine “grime”, che in inglese significa sporcizia, sudiciume, appellativo appropriato perché di solito nelle crime stories i delitti sono quasi sempre avvolti nella miseria e nel sudiciume degli stessi crimini. Interessante la descrizione di alcuni tratti somatici di uno di protagonisti, Edward Winslow: “i suoi capelli avevano il colore del brandy d’annata e gli occhi del brandy invecchiato”, supponendo che il brandy giovane sia bruno chiaro e quello stagionato bruno scuro. La Grimes scrive con mano felice e intesse una trama di forte interesse.
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