Ultimo difensore della religione olimpica dopo la conversione di Costantino, l'imperatore Flavio Claudio Giuliano fu guerriero e filosofo, protagonista di un'epoca di violenta trasformazione. Per i cristiani era "l'Apostata", un persecutore, eppure Giuliano credeva ancora nella tolleranza, e se guardava con nostalgia alla perduta armonia greco-romana dell'uomo con il mondo, il suo paganesimo era intriso dei nuovi valori evangelici. Un eroe diviso, al quale Merezkovskij ha dedicato il più celebre dei suoi romanzi storici, costruendo attorno a Giuliano l'imponente affresco della lotta tra due verità equivalenti e incociliabili, quella celeste e quella terrena. In questa guerra di eserciti e di idee, che devasta l'impero del IV secolo, lo scrittore russo ritrova i tormenti spirituali e politici dell'Europa lacerata di fine Ottocento, così come i segni di una crisi - e di un'incessante ricerca di equilibrio - che attraversa la storia dell'umanità. Pubblicato nel 1895 e primo grande romanzo del simbolismo russo, "La morte degli dei" apre la trilogia "Cristo e Anticristo", che comprende anche "La rinascita degli dei", su Leonardo da Vinci, e "L'Anticristo" su Pietro il Grande. )
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