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Davvero un bel libro: sobrio e concreto, informato e competente, senza inutili esibizionismi bibliografici, senza il senno del poi che inficia (e impesta) tanta storiografia contemporaneistica, mira a capire e non a giudicare. Ottimo complemento agli studi che l'Autore dedicò al Montello alcuni decenni fa. R.V.
“Montello” è un landmark di eccezionale rilievo geografico e storico. Generatore di memoria legata al bosco riservato per tre secoli ai bisogni dell’Arsenale veneziano e allo scontro risolutore della Grande Guerra nel giugno 1918, la Battaglia del Solstizio. Meno note le vicende di una riforma fondiaria di grande ambizione che, a cavallo tra ’800 e ’900, ha trasformato il bosco – già molto decaduto – in seimila ettari destinati alle colture agricole. Il libro si occupa in dettaglio delle varie fasi in cui questo pionieristico progetto di colonizzazione ebbe inizio in parlamento, e si inceppò nelle prime difficoltà d’attuazione sul terreno, tra indecisioni dei comuni, lentezze burocratiche e governative, penuria di risorse necessarie a finanziare i servizi pubblici. Il libro documenta le travagliate vicende umane di oltre duemila famiglie di nativi e di immigrati d’oltre Piave e dalla montana vicentina e bellunese, impegnati a ricavare di che vivere da una terra accidentata, avara di risultati, povera d’acqua e di strade d’accesso, una terra che la vittoriosa battaglia del 1918 mise a ferro e fuoco, distruggendo il lavoro della prima generazione di coloni. Una terra che osservatori distratti avevano scambiato per l’America.
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