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Anno edizione: 2018
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Indice
PROLOGO
All'inizio dell'anno 870 a.C., una nazione conosciuta come Fenicia, che gli israeliti chiamavano Libano, celebrava quasi tre secoli di pace. I suoi abitanti potevano ben essere orgogliosi delle proprie imprese: poiché non erano politicamente forti, erano stati costretti a sviluppare una invidiabile capacità di commerciare, unica maniera per garantirsi la sopravvivenza in un mondo devastato da continue guerre. Un'alleanza stipulata intorno all'anno 1000 a.C. con il re Salomone di Israele aveva loro consentito di modernizzare la flotta mercantile e di espandere il commercio. Da allora, la Fenicia non aveva mai smesso di crescere.PRIMA PARTE
"Ho servito un Signore che adesso mi abbandona nelle mani dei miei nemici," disse Elia.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Monte cinque parla della storia del profeta Elia, di come sia stato costretto ad abbandonare Israele a causa della persecuzione della regina Gazabele, rifugiandosi ad Akbar, dove sopravviverà all'invasione da parte dell'esercito assiro. Il profeta Elia esprime la volontà indomabile di chi non si rassegna al fato, ma è pronto a sfidare se necessario la volontà divina, per riprendere le redini della propria vita. Inizialmente l'ho trovato un po'noioso ma siccome so che Coelho,in un modo o nell'altro mi ha sempre sorpresa, ho deciso di proseguire e difatti non mi sbagliavo.Veramente bello e intenso. È uno di quei libri che ti entra nel cuore e ti insegna molto. Lo consiglio.
Un ottimo libro che offre molti spunti per profonde riflessioni. Al riguardo, mi hanno particolarmente colpito due citazioni " ..l'uomo deve scegliere, e non accettare il proprio destino"; " ...abbiamo smesso di riflettere sulla vita, e abbiamo deciso di viverla".
Libro assolutamente stupendo! Lo consiglierei a tutti. Si legge molto facilmente e tutto d'un fiato. Porta dentro di sè degli insegnamenti davvero significativi. Elia è stato un personaggio importante nella storia ebraica e con questo libero Paulo ha saputo dare, l'importanza che merita, e un grande insegnamento agli uomini. Un vero capolavoro di Paulo.
Recensioni
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"I profeti non conoscono il futuro. Trasmettono soltanto la parola che il Signore ispira loro nel presente. Per questo io sono qui, senza sapere quando tornerò nel mio paese. Egli non me lo dirà prima di quanto sia necessario."
Un uomo di fronte al suo destino, un uomo scelto da Dio, ma che deve saper affrontare la vita e le sue dure prove anche senza sapere di avere un alto protettore che andrà in suo soccorso. Elia, il profeta, che tra angosce e dubbi scopre di avere un compito e una funzione da assolvere che non conosce e di cui si sgomenta. Sa solo di dover attraversare molti dolori, molte tragedie, con l'anima tesa ad ascoltare la voce dell'Angelo, la voce di Dio che spesso disorienta e spinge ad affrontare prove difficili. Elia è un uomo che conosce la paura e la sofferenza, la solitudine e l'amore; teme di cedere ai sentimenti che lo potrebbero allontanare dal compito che Dio gli ha assegnato, proprio perché vuole, sempre, assumersi le responsabilità dei suoi gesti. La pace è ciò che vuole, ciò che cerca di procurare al popolo che lo ha accolto, eppure deve subire le conseguenze della guerra che non ha mai voluto, deve soffrire per la morte dell'unica donna che ha amato, deve proteggerne il figlio e affrontare l'ira ingiusta della popolazione. Accolto senza entusiasmi, considerato portatore di sventura perché straniero e ostile alla bella e crudele Gezabele (la moglie libanese del re d'Israele Acab, che aveva imposto ai sudditi la religione pagana del suo paese) riconquista la fiducia del popolo grazie ad un intervento divino: la resurrezione del figlio della vedova che lo ospitava. La guerra con gli Assiri, che Elia cerca in ogni modo di scongiurare, sarà disastrosa e vedrà tra le vittime anche la vedova di cui il profeta si è innamorato. La donna lascia in eredità al figlio solo un messaggio d'amore, gli affida quel giovane che aveva già salvato una prima volta accogliendolo esule e affamato, e poi un altro impegno morale (così almeno pensa il figlio): proseguire nell'arte dello scrivere, nella fissazione, attraverso un alfabeto, degli eventi e dei sentimenti degli uomini da consegnare alla posterità. La scrittura quindi, la grande invenzione, quasi divina, che permette l'immortalità e la rottura delle barriere del tempo.
Ma Dio appare lontano ad Elia, gli angeli tacciono, la solitudine dell'uomo è terribile. Dentro di sé o tra le parole di chi lo circonda è possibile scoprire il messaggio che può guidarlo lungo la strada assegnatagli.
Coelho vuole proprio lanciare questo messaggio: la sofferenza nella vita è inevitabile, il dolore fa parte dell'esperienza umana e ci colpisce all'improvviso, dettato dal caso o da un disegno misterioso, l'uomo deve trovare in sé la forza per attraversare la via della sofferenza e in fondo lo aspetta la piena realizzazione della sua personalità.
Il messaggio è chiaro, il linguaggio è semplice e forse proprio in ciò risiede il successo dello scrittore brasiliano. L'invito al lettore è quello di prestare attenzione ai piccoli segnali che la quotidianità ci dà, magari in modo nascosto, dice Coelho: "Gli angeli parlano tramite la bocca della gente, i fatti di ogni giorno: è il linguaggio simbolico dei segni... Per coglierlo bisogna lasciarsi andare all'intuizione, che non usiamo per la troppa paura di sbagliare".
Le interviste allo scrittore ci mostrano un uomo che, nonostante i dolori che ha dovuto affrontare, ha una gran voglia di vivere, che sente la gioia della "materialità" e non solo quella della spiritualità. Nulla di autopunitivo nella sua fede, nessun ascetismo esasperato, nessuna fuga dal mondo, piuttosto una spiritualità moderna, e una grande fiducia nella propria capacità di interpretare i bisogni degli uomini d'oggi.
A cur di Wuz.it
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