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Credo che sia necessaria una precisazione: il 25 aprile, anniversario della Liberazione, riferito appunto al 25 aprile 1945, non è il giorno in cui in Italia sono cessati i combattimenti, bensì è quello in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia ha proclamato l’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti. Nei giorni immediatamente successivi è avvenuta così la liberazione di vaste zone, per esempio il 28 aprile quella di Venezia, ma si sono avute ancora alcune battaglie e fra le ultime quella del 30 aprile in provincia di Mantova, nei pressi di Ponti sul Mincio, quando sul Monte Casale, una collina morenica, fu stanata una colonna di SS, di soldati tedeschi e di militi della Repubblica Sociale Italiana, che si era rifugiata lì con l’intento poi di spingersi più a nord per raggiungere la Germania, non senza aver lasciato prima dietro di sé una scia di sangue. Di questo fatto d’armi si parla in Monte Casale, l’ultimo combattimento, opera dello storico mantovano Carlo Benfatti. Che si sia trattato dell’ultimo combattimento non è probabilmente esatto, visto lo scontro che si ebbe il 2 maggio 1945 in val Sabbia in provincia di Brescia, come riportato peraltro dall’autore stesso, ma resta il fatto che le forze germaniche in Italia firmarono la resa il 29 aprile e che questa divenne effettiva il 2 maggio. Quindi gli scontri successivi alla data del 29 aprile si dovettero quasi esclusivamente a una resistenza ottusa degli irriducibili, soprattutto le famigerate SS. Il resoconto di quanto avvenne è reso dall’autore in modo encomiabile, con uno stile documentaristico che impreziosisce l’opera, arricchita dalla narrazione di avvenimenti antecedenti la battaglia in argomento, e cioè le fasi della ritirata tedesca nella provincia di Mantova, portando notizie documentate che spiegano come si svolsero tanti fatti di sangue per la efferata crudeltà di un esercito ormai sconfitto e disperato.
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