Il mondo senza di noi

Che cosa accadrebbe se da un giorno all'altro l'uomo scomparisse dalla faccia della Terra? Come reagirebbe la Natura al venir meno della sua specie più invasiva? Estintasi l'umanità, Madre Natura sarebbe in grado di eliminare ogni traccia del nostro passaggio? Se la risposta è no, in quale modo allora l'umanità ha per sempre alterato il volto del pianeta? Sono questi i principali interrogativi a cui Alan Weisman cerca di dare una risposta nel suo libro, un libro che ha il potere di modificare radicalmente il nostro punto di vista sull'ambiente in cui viviamo e sul nostro rapporto con esso. Prendendo a modello alcuni luoghi della Terra già deumanizzati, cioè completamente disabitati e quindi non influenzati dall'esistenza dell'uomo, l'autore mostra di volta in volta come la natura sia destinata a riappropriarsi prima o poi dei suoi spazi, non sempre e non per forza, però, in modo violento, cioè cancellando immediatamente ogni traccia del passaggio dell'uomo, ma spesso e volentieri gradualmente, cioè lentamente trasformando e riassorbendo in sé stessa le tracce di questo passaggio. Contro qualsiasi velleità antropocentrica, quest'opera contribuisce a rimettere, per così dire, l'uomo al suo posto, il quale però non è l'esatto opposto del dominio dell'uomo sulla natura, e cioè il suo esserne succube, ma piuttosto coincide con un confronto alla pari: attraverso il suo operato, l'umanità dialoga con la natura, la trasforma venendone al contempo trasformata, stabilendo così un rapporto di reciproca influenza.

Scritto una quindicina di anni fa, si situa a metà fra un saggio di paleontologia e un romanzo di fantascienza. Il testo prende in considerazione molte realtà fisiche nei cinque continenti, e delinea in diversi passi uno scenario nel quale, a seguito dell’estinzione di massa della specie umana che ha deturpato l’ambiente alterando l’ecosistema, il Pianeta si riappropria dei cicli naturali restituendo ai mondi animale e vegetale i territori sfigurati da un’economia predatoria ed egoista. Lettura suggestiva quando si tratta del passato o dell’avvenire nel lungo termine, inquietante invece nei tanti casi in cui si analizzano gli sfregi ambientali del presente. Poiché si ragiona in termini di millenni quando non di milioni o di miliardi di anni, il libro aiuta anche a capire quanto sia effimera l’esistenza dell’uomo e come sia stata cieca e grottesca la sua arroganza che ha preteso di sottomettere e avvelenare la Terra. Con le conseguenze irreversibili che si hanno sotto gli occhi e che in parte permarranno nel lungo periodo.

Un libro interessante, uno sguardo critico e attuale sulla presenza ingombrante dell'uomo sul pianeta. Peccato per il titolo: del mondo senza l'uomo si parla veramente poco, il tema è confinato in poche pagine sparse per i vari capitoli, più che altro viene presentata una panoramica, con taglio prettamente giornalistico, sull'impatto delle attività umane sulla Terra. Un buon libro ma da leggere con estrema concentrazione.