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Anno edizione: 2003
Anno edizione: 2013
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Un libro fantastico, assolutamente originale e non plagiato da Bernhard ma solamente ispirato e probabilmente "omaggiato" a lui (si pensi al nome del protagonista di tutti i romanzi dell'autore) Forse però può essere compreso ed apprezzato solo da chi le situazioni del libro, almeno alcune, le ha vissute in prima persona. Ad esempio l'ossessione del protagonista di essere osservato dal glabro, uno dei personaggi del libro, la comprendo perfettamente. Tuttavia a chi dà 1/5 ad un libro del genere consigio di tornare a leggere Piccoli Brividi!
Non appena entrata in questo libro sono uscita dopo una ventina di pagine. Mi sentivo soffocare come quando si entra in un labirinto e ci si perde. A me viene l'ansia e comincio a tossicchiare come se mi fosse finito un moscerino in gola, una tossettina nervosa e fastidiosa, come quelle secche da allergia. Però la curiosità ("curiosity killed the cat" dice sempre la mamma) mi ha spinto a rientrare nel libro dopo qualche settimana e allora mi sono proprio divertita. E' stato come se avessi trovato la chiave della cassetta dove stava chiusa la mappa. Ho visto Torino in una lunga passeggiata senza capitoli, il testo è scritto come una lunghissima ondata di stream of consciusness, ma mi sono fatta prestare una tavola da surf ed ho cavalcato le creste spumanti e gli avvallamenti da vertigine. E così ho conosciuto il mutilato dei santini, Aleksandra, il pescatore glabro e tanti personaggi affascinanti e misteriosi. Il protagonista mi ha preso a braccetto come aveva fatto tanto tempo fa lo zio Leopold nell'Ulisse e mi ha accompagnato negli angoli più reconditi della città. E' stata una passeggiata davvero istruttiva, un po' faticosa, ma a volte, come dice il reverendo Dodgson, bisogna anche sporcarsi il vestitino ..
Divertente plagio di Thomas Bernhard. Ma sostenere, come fa Emanuele Trevi, che "Trevisan e' uno scrittore assolutamente originale e inventivo" e' davvero un'infamia senza misericordia.
Recensioni
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