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Recensioni Un mondo di ferro. La guerra nell'antichità

Recensioni: 4/5

La guerra di Troia, le guerre persiane e del Peloponneso, l’epopea di Alessandro Magno, la guerra di Annibale contro Roma. La storia del mondo antico è un succedersi di battaglie, scontri e duelli che hanno lasciato una traccia formidabile nel nostro immaginario. Ma cosa significava la guerra per i Greci e per i Romani? Cosa voleva dire indossare l’armatura e scendere sul campo di battaglia?

Nessun Greco, come nessun Romano, ha mai immaginato un mondo senza guerre. Più che un’utopia, l’avrebbe ritenuta un’assurdità. Non che i Greci e i Romani fossero amanti della guerra, ma la guerra era parte della vita. Così come era possibile finire catturati dai pirati durante un viaggio in mare per essere venduti come schiavi in qualche mercato dell’Egeo, o cadere vittima di un’epidemia o di una carestia, oppure, semplicemente, morire in giovane età per mille motivi, così era nell’ordine delle cose umane incappare in una guerra, morire in battaglia o restare invalidi e girare in cerca di un’improbabile guarigione. Solo chi si prendeva cura della difesa dai nemici esterni ed era pronto, nella buona stagione, a marciare fuori dai confini per combattere contro il nemico, poteva aspirare a definirsi cittadino. Un libro dalla scrittura piacevolissima e appassionante, che ci avvicina all’universo mentale degli antichi e ce li restituisce, nella loro diversità, con profondo rispetto.)
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