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Anno edizione: 1999
Anno edizione: 1986
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scheda di De Federicis, L. L'Indice del 2000, n. 06
Franco Ferrucci, italiano nato a Pisa (1936) e italianista che insegna a New York, aveva pubblicato da Einaudi nel 1986 Il mondo creato, vasto romanzo di gusto anglosassone in cui Š narratore il creatore. Ô il Dio biblico che si racconta, mescolandosi all'esistenza degli umani e alle "esistenze fantomatiche" che essi hanno creato al di l… del suo volere; il diavolo, naturalmente. Ora Ferrucci ristampa un romanzo, o poema, che Š gi… stato fra i suoi maggiori successi; anzi lo riscrive in una minuziosa revisione, con accenni protratti fino all'attualit… recente e inserti anche notevoli. L'aggiornamento e il rilancio hanno buoni motivi. Alcuni dipendono da Ferrucci stesso, dal suo persistente interesse per i miti di fondazione e gli archetipi (memorabile il saggio del 1974 su Omero, L'assedio e il ritorno), dall'attitudine a muoversi con uno sguardo planetario che abbraccia in poche righe vicende immani, a scrivere appunto come Dio, rendendo accettabile la grandiosit… esagerata dell'assunto grazie alla tecnica dell'abbassamento ironico adatto a un Dio debole. Un'altra ragione pu• trovarsi inoltre nel fenomeno di carattere generale che investe la nostra cultura, nell'andare del nostro tempo e nel paradosso per cui, nonostante la dichiarata secolarizzazione, di Dio discorrono i giornali ogni mattina. Ô fatale tuttavia che il Dio del Mondo creato sia un personaggio della modernit…. Un inetto dunque, un pasticcione, uno sperimentatore al quale sfuggono di mano gli esperimenti, un dio dell'imperfezione che cerca e non trova ascoltatori (gli interpreti accreditati, vedi Agostino qui vanamente inseguito, si ostinano infatti a celebrarne l'onnipotenza e le misteriose finalit…). Nella nuova edizione l'ultimo, esplicativo capitolo Š cresciuto da quattro a diciotto pagine, spia di un'aumentata cura o preoccupazione dell'autore nel commentarsi e nel rendere espliciti i propri convincimenti. Cos apprendiamo che "il credere e il non credere" fanno parte della stessa ricerca "di dare un senso alla vita"; e che "quando il genere umano se ne andr…" anche Dio se ne andr… con lui. Ma la malinconia di questo libro assai bello non viene dalla sentenziosa e un po' scontata conclusione, bens dall'apparire e scomparire di mille vite a perdere, di cose e animali, teologi, lucertole, e imperfettissime talpe mosche bisce.
Lidia De Federicis
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