In questo volume sono raccolte tutte le poesie che Wallace Stevens ha scritto negli ultimi sei anni di vita. Si tratta, probabilmente, del punto più alto raggiunto nella sua vicenda intellettuale e stilistica da uno dei maestri della poesia americana. Stevens è capace - come forse nessun altro nel Novecento - di conciliare densità e trasparenza, di cogliere l'essenza delle cose dietro e attraverso la loro vivida varietà e concretezza. In questi versi, come scrive Massimo Bacigalupo nella sua introduzione, "egli tocca dei punti nevralgici della nostra esistenza (...) Come in altre opere di poesia a suo modo pura, ad esempio nei sonetti di Shakespeare, il mondo diventa retorica ma poi la retorica della lingua più rigogliosa esemplificata torna a toccare il mondo. L'originalità e la potenza e l'umiltà artigianale di Stevens non sono seconde a nessun poeta della tradizione che egli rinnovò facendone tabula rasa".)
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