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scheda di Martini, F., L'Indice 1992, n. 8
Buona parte dei saggi contenuti nel volume di Macchioro (per lo più scritti all'inizio del decennio successivo) è diretta a tracciare un quadro delle forze e dei movimenti di idee che hanno agitato gli anni settanta, dal quale molto può essere appreso per capire quel periodo così inquieto della nostra storia recente.
La convinzione dell'autore è che la marxiana critica dell'economia politica costituisca strumento fondamentale di analisi storiografica e di interpretazione sociale, pur che venga considerata nella sua "oggettività" e si rinunci a cercarvi un superamento negli scritti inediti. Bersagli di polemica diventano perciò quelle letture soggettivistiche di Marx che, contrapponendo al "Capitale" i "Grundrisse", intendevano fare di quest'ultimo il testo su cui fondare un antagonismo radicale caratterizzato da insubordinazione, rifiuto del lavoro, ribellismo. (Ma l'autore non manca di sottolineare anche l'importanza che ebbero in quel contesto il dibattito su Sraffa e la concezione, desumibile dagli schemi sraffiani, del salario come variabile indipendente). Analoghe caratteristiche di rifiuto della "oggettività" sembra aver avuto per Macchioro quel filone di pensiero che egli definisce "etnostorico", finendo per accomunare nella critica, pur con le distinzioni del caso, le ricerche di Wittfogel, i fondamentali lavori di Polanyi (e del gruppo di studiosi che attorno a lui si costituì) sul mutevole posto delle economie nella società e nella storia, le osservazioni di Godelier sulle civiltà precapitalistiche.
Di quel periodo sono inclusi nella raccolta anche l'intervento con il quale l'autore si inserì nell'ampio dibattito che fece seguito alla pubblicazione ("Mondoperaio", 1975) di una serie di articoli di Norberto Bobbio su marxismo, democrazia, stato garantista, oltre che l'abbozzo di una discussione critica (successivamente non sviluppata) sulla politologia del filosofo torinese.
Più direttamente riconducibili agli interessi professionali di Macchioro (che è storico del pensiero economico) sono "A proposito di marxismo e di esercito di miseria di riserva" (nel quale si trovano interessanti osservazioni su americanismo, consumismo e scomparsa dall'economia politica del problema della disoccupazione, divenuta questione di pubblica assistenza) e gli scritti: "Pragmatismo ed economia politica in Italia nella svolta primonovecento" e "Convenzionalismo epistemologico ed economia politica". In questi ultimi l'autore delinea con ricchezza di particolari il clima culturale in cui maturò, agli inizi del secolo, il soggettivismo economico di studiosi come Vailati e Pareto.
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