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Forse non è di facile lettura, dal momento che, per l'esuberanza informativa e una certa tendenza alla digressione da parte dell'autore, si corre spesso il rischio di perdere di vista lo sviluppo logico della narrazione, ma il libro dello scozzese Andro Linklater è un'originale e pregevole storia dell'invenzione degli Stati Uniti, a partire dal problema della misurazione dei loro territori. Fondamentale, in questa prospettiva, fu il sistema della catena, illustrato da Edmund Gunter nel 1623. Lo strumento in questione era, appunto, "una catena di quattro pertiche di lunghezza divisa in cento anelli", ripartiti a loro volta in gruppi di dieci. Per comprendere la fortuna dell'invenzione di Gunter basti pensare che in quasi tutte le principali città americane la lunghezza degli isolati urbani è un multiplo di tale catena. Dopo le spese della guerra di indipendenza, le finanze pubbliche vennero risanate, su iniziativa di Thomas Jefferson, vendendo le terre, e per farlo fu necessario misurarle e dividerle in lotti. In questo quadro si inserì, in particolare, la misurazione dei territori occidentali, da cui derivò la forma squadrata e geometrica degli stati corrispondenti, definiti da paralleli e meridiani, e la divisione in contee, anch'esse determinate da linee ad angoli retti, vendute intere o in lotti. I due importanti obiettivi così ottenuti, nel piano di Jefferson, erano la raccolta del denaro necessario per la sopravvivenza della Repubblica e la realizzazione del "primo sistema di misurazione decimale del mondo".
Giovanni Borgognone
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