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Mi sorprende sempre più la capacità di Grangè di cambiare con facilità argomento, stile di scrittura, ambientazione. Non a caso è lo scrittore di thriller più letto in Francia e più tradotto. Il risultato dei suoi lavori sono trame incalzanti, scene mozzafiato, risvolti inaspettati ad ogni capitolo. Se non è thriller questo! Anche in questo romanzo, Grangè non scherza. Nel senso che la storia parte subito in quarta, con l' uccisione di un musicista, con i timpani perforati, in modo talmente misterioso ed oscuro, che solo dopo molto tempo- e molti momenti drammatici- i poliziotti inizieranno a capire l'orrore che si cela dietro tutto questo! I due poliziotti , ben tratteggiati, sono personaggi che non si può non amare: Lionel Kasdan, armeno, ormai in pensione, e Cèdric Volokine, russo, giovane , bellissimo e dannato, della squadra protezione minori. Entrambi tormentati ( e qui sono nel mio, i tormentati sono tutti miei!), hanno una zavorra di passato così pesante da portare , che saranno giustificati anche nelle azioni più terribili. I riferimenti storici sono molti ed importanti- la dittatura cilena di Pinochet, soprattutto; i riferimenti musicali pure- tutta la storia scorre sulle note del Miserere di Allegri, appunto. L'atmosfera è cupa, barocca, piena di fascino. Ho letto, letto ed ancora letto: non riuscivo a smettere, nonostante la vicenda mi riservasse sempre nuovi momenti di paura, nuovi orrori!
la trama in sè è molto originale e dai risvolti inquietanti... Tuttavia manca di colpi di scena (massimo uno o due, e alquanto prevedibili) e il fatto che venga rivelato da subito chi è l'assassino, lascia un po' l'amaro un bocca. Per di più in alcuni punti la lettura risulta rallentata dalle lunghe descrizioni, anche se poi accelera in altri. in altre parole, il thriller è bello ma doveva essere scritta da qualcun altro.
Dopo aver letto I fiumi di porpora e Il giuramento ero certo di andare a colpo sicuro, e così è stato. Grangè non si smentisce nemmeno questa volta. Esemplare caratterizzazione dei personaggi principali, estremamente scorrevole, crudo ma sempre coerente. Un unico leggero appunto: il finale è un po' troppo convulso, ad un passo dal divenire troppo hollywoodiano, ma merita il massimo dei voti.
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