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Anno edizione: 2020
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Il racconto di un'amicizia ricostruisce momenti e fatti di una poetica e di una vita.
«Tutto, o quasi, è stato detto sulle strutture formali e la concezione spaziale della pittura di Morandi, sul suo rapporto con l’antica tradizione artistica italiana e con i moderni, sulle fasi stilistiche che si succedono lungo il cammino che doveva condurlo, solo italiano, forse, dopo il Tiepolo, a fama universale. Ora, che tutto, o quasi, è stato detto, ci si potrà accostare all’uomo Morandi senza il timore di avere eluso, almeno apparentemente, quei fondamentali valori formali che l’esegesi critica ha giustamente riconosciuto, e osservare sotto altro aspetto la sua personalità, mirando a cogliere quanto di umano ha trovato espressione, mediante la forma, nella sua pittura». L’impegno di Luigi Magnani a «osservare sotto altro aspetto» è pienamente assolto in questo saggio in cui la memoria non tanto impagina la personalità di Morandi, «i suoi gusti, i suoi umori e non meno le intime qualità», quanto fa scaturire i ricordi che si cristallizzano e si intessono narrativamente, frammisti a osservazioni piú generali sulla creazionee sul sapere. In questo senso le frasi di Giorgio Morandi riportate, si stagliano con una luce loro propria e sono sempre rivelatrici. Luigi Magnani semplifica e pertanto amplifica i tratti essenziali della figura di Giorgio Morandi, sino a renderli evidenti per noi lettori abituati piuttosto a una facile agiografia e a una aneddottica fine a se stessa. Quasi a duplicare la narrazione, a renderla piú tangibile e sfumata, è qui pubblicato un insieme di lettere di Morandi che, per Magnani, «non costituiscono soltanto la testimonianza di una piú che ventennale amicizia, ma anche, come ogni epistolario, una specie di ritratto dell’autore, per offrire qualche nuovo lineamento al volto sotto certi aspetti ancora enigmatico, di Morandi».
«Tutto, o quasi, è stato detto sulle strutture formali e la concezione spaziale della pittura di Morandi, sul suo rapporto con l'antica tradizione artistica italiana e con i moderni, sulle fasi stilistiche che si succedono lungo il cammino che doveva condurlo, solo italiano, forse, dopo il Tiepolo, a fama universale. Ora, che tutto, o quasi, è stato detto, ci si potrà accostare all'uomo Morandi senza il timore di avere eluso, almeno apparentemente, quei fondamentali valori formali che l'esegesi critica ha giustamente riconosciuto, e osservare sotto altro aspetto la sua personalità, mirando a cogliere quanto di umano ha trovato espressione, mediante la forma, nella sua pittura».L'impegno di Luigi Magnani a «osservare sotto altro aspetto» è pienamente assolto in questo saggio in cui la memoria non tanto impagina la personalità di Morandi, «i suoi gusti, i suoi umori e non meno le intime qualità», quanto fa scaturire i ricordi che si cristallizzano e si intessono narrativamente, frammisti a osservazioni piú generali sulla creazionee sul sapere. In questo senso le frasi di Giorgio Morandi riportate, si stagliano con una luce loro propria e sono sempre rivelatrici. Luigi Magnani semplifica e pertanto amplifica i tratti essenziali della figura di Giorgio Morandi, sino a renderli evidenti per noi lettori abituati piuttosto a una facile agiografia e a una aneddottica fine a se stessa.Quasi a duplicare la narrazione, a renderla piú tangibile e sfumata, è qui pubblicato un insieme di lettere di Morandi che, per Magnani, «non costituiscono soltanto la testimonianza di una piú che ventennale amicizia, ma anche, come ogni epistolario, una specie di ritratto dell'autore, per offrire qualche nuovo lineamento al volto sotto certi aspetti ancora enigmatico, di Morandi».
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