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"il mio inverno a Zerolandia" di Paola Predicatori.. puo’ darsi che sia un po' da studentessa liceale.. a parte che io l’ ho preso da studentessa universitaria: e' la storia di Alessandra..: la storia di una perdita.. la morte della madre.. a trentasette anni.. di cancro.. e la storia di un amore.. per l' ultimo della classe.. "Zero".. alias Gabriele Righi.. quando Alessandra sceglie decide di passare all' ultimo banco.. l'ultimo anno di liceo.. dopo i due anni di malattia della madre.. e la morte.. e di immergersi nel silenzio.. pensando di mettersi ai margini della classe.. nel silenzio "di Zerolandia"..: un regno.. quello di “Zerolandia".. dove le parole si perdono ai confini.. dove l' unica regola e' il silenzio appunto.. perche' Alessandra prova drammaticamente nel cuore che niente e’ piu’ come prima..: c' e' poesia e sensibilita' in questo romanzo..: l' amore che "la somma di due zeri non e' zero ma molto molto di piu'.." e il dolore che e' essere "strafatta di dolore.. tagliato con una ridicola dose di follia.." come se il dolore fosse una droga.. che fa perdere il senso della realta'..: scrive della perdita.. ma potrebbe essere dell' amore.. .
Ho trovato questo libro un pò strano, ma davvero appassionante. È scritto molto bene, esprime chiaramente com'è la perdita di una persona cara. Insegna ad andare oltre le apparenze e superare i pregiudizi. Parla dell'amore, quello puro, nelle sue diverse forme. Lo consiglio vivamente a tutti. Io ne sono rimasta sorprendentemente affascinata.
Il libro racconta la storia di una ragazza quasi maggiorenne che perde la madre, unico genitore con cui viveva. Il dolore la porta a emarginarsi, esattamente come il suo compagno di classe Gabriele, detto Zero. I due scopriranno di avere molto in comune nella rispettiva ricerca di salvarsi dai propri problemi. Le pagine in cui la ragazza si rivolge alla madre sono importanti per capire il dolore che prova, ma il collegamento con il racconto non è sempre chiaro e rallentano la lettura. Scene di sesso, pur non dettagliate, e un tentato stupro non ne fanno un libro per ragazzine.
Recensioni
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