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Anno edizione: 2016
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A PARTE L'ENORME INTERESSE CHE NUTRO PER LA LETTERATURA GIAPPONESE, MISHIMA E' SEMPRE STATO IL PICCO, CONTROVERSO E AFFASCINANTE. RAPIDO L'INVIO, BUONA LA PROGETTAZIONE, BELLO IL CAMPO VASTISSIMO DI LIBRI E NOVITA'. GRAZIE. SAREBBE MOLTO INTERESSANTE UN PANORAMA PIU' AMPIO DI LETTERATURA DI QUESTO TIPO, A PARTIRE DA ENCHI FUMIKO.
È un dramma scritto per il teatro. Mi aspettavo un'analisi storica più rigorosa. L'analisi c'è, ma l'esposizione è demandata a dialoghi necessariamente inventati, che secondo il pensiero dell'autore valgono quale traduzione dei fatti storici. L'invenzione dei dialoghi, e quindi la reinvenzione di persone realmente esistite, tenta di rendere il tutto non più storico ma in una certa misura archetipico di una situazione. Qui Hitler la risolve genialmente con una mossa originale (secondo l'autore), diversamente da altri, che nella stessa situazione non sono stati così geniali. Mishima "classifica" le anime radicali come estrema sinistra ed estrema destra del partito. Ma se ha senso dal punto di vista delle opzioni politiche, esso diventa ininfluente nella decisione di Hitler di liberarsi degli "incontrollabili". Sinistra o destra vuol dire nulla: conta il fatto che fossero, diciamo, delle teste calde, ingovernabili, fuori dal controllo del loro stesso capo supremo. Che tale essi consideravano fedelmente, ma solo a patto che li conducesse verso il traguardo per cui lo seguivano. Per ottenere l'appoggio dell'alta finanza, e non trovarsi contro l'esercito regolare, e cioè per essere considerato affidabile da chi solo gli avrebbe consentito di arrivare alla presidenza e ai pieni poteri, Hitler non poteva essere tenuto in scacco da nessuno, che non fossero, casomai, la finanza industriale e l'esercito. Certo non da chi avrebbe preteso di fare piazza pulita dell'una o dell'altro. Trattandosi di una trasposizione teatrale di un fatto storico, ma senza rigore storico e con dialoghi inventati, intesa a sottolineare la genialità di una mossa che così geniale non fu, il tutto perde la propria ragion d'essere. Fortunatamente è breve e scorrevole. Metto 3 punti perché non ci sono altre recensioni (eventualmente positive) a controbilanciare. Altrimenti starei più basso.
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