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Recensioni Mingus Mingus Mingus

Mingus Mingus Mingus di Charles Mingus
Recensioni: 5/5
Utilizzando la crème dei tecnici del suono e l’ineguagliabile qualità della produzione affidata alla Quality Record Pressings, la nuova serie Acoustic Sounds è masterizzata a partire dai nastri originali, stampata su vinile da 180 grammi e confezionata in copertine gatefold (“a libro”) ad alta qualità, curate dalla Stoughton Printing Co., dove – come si usava nei dischi dell’epoca – il foglio di carta stampato è applicato sul cartone (e quindi non è quest’ultimo ad essere inchiostrato direttamente). Il tutto sotto la supervisione di Chad Kassem, CEO di Acoustic Sounds, la società più affermata nel campo delle pubblicazioni per audiofili. Pubblicazione selezionate dallo straordinario catalogo Verve/UMe. Per iniziare, la serie si concentrerà su alcuni degli album di maggiore successo degli anni ’50/’60: questa volta tocca al capolavoro in cui uno straordinario Charles Mingus al massimo della forma diede vita a mai dimenticate interpretazioni per orchestra di composizioni sue e del suo idolo Duke Ellington).
MINGUS MINGUS MINGUS MINGUS MINGUS: quante volte si può ripetere il nome (“uno dei pochissimi cognomi africani sopravvissuti”, rivendicava con orgoglio) per ribadire un concetto? Almeno cinque, per sottolineare che questo album del 1963 è la quintessenza del grande contrabbassista, compositore e direttore di ensemble Charles Mingus. Circondato da musicisti straordinari (Eric Dolphy, Charlie Mariano, Jerome Richardson e Booker Ervin al sassofono, Quentin Jackson al trombone, l’amico Dannie Richmond alla batteria, e tanti altri) Mingus diede fuoco alle polveri regalando la più straziante versione di “Goodbye Pork Pie Hat” (qui intitolata “Theme for Lester Young”), travolgendo tutti con “Hora Decubitus” e un incendiario “II B.S.” (alias “Haitian Fight Song”), e tributando un omaggio al suo idolo e modello ideale, Duke Ellington, con una toccante – quanto fedele – ripresa di “Mood Indigo”.)
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