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Riletto anche il miglior libro del seminale red riding quartet. Rivissute le esperienze del migliore personaggio della quadrilogia di Peace, il vicecapo Peter Hunter, santo stronzo come è stato chiamato dai colleghi, in realtà l'uomo più pulito di tutti quelli trovati dal 1974 al 1980. Anche lui ha delle ombre nel suo passato, ma per la prima volta si trova un uomo innamorato di sua moglie. Non è poco nel mondo di Peace. Libro estremamente difficile, gli indizi sono ancora più striminziti che in passato, qualche difetto nel plot, Peace va contro qualche regola classica dei gialli (non svelo come nè perchè...nel caso in cui qualcuno non abbia ancora letto il libro), ma il mio autore preferito nel complesso non sbaglia il colpo. Lascia ancora molto da chiarire. Lascia ancora molti spunti per farci capire quanto sia degenerato il nostro mondo. Grandi le descrizioni di Leeds e dei luoghi dei fatti, grandi le caratterizzazioni dei presonaggi. Un libro da leggere se non vi piacciono le fiabe o le storie happy ending.
Un gran bel noir, da sconsigliare solo a chi proprio non digerisce il genere o non ha letto i due libri precedenti. Attendo con ansia il capitolo conclusivo della tetralogia...
Ho finito da poco 1980 e sono già a tre quarti di 1983. Che dire? Due capolavori: lo Yorkshire di Peace è un Cuore di Tenebra senza paragoni. Una metastasi morale senza cura e senza redenzione. Raramente un libro mi ha sconvolto tanto. Comunque, vengo al punto. E che punto: il finale di 1980 non l'ho capito. Chi lo sa, distrazione, poco intuito, stanchezza. Fatto sta che non ho capito come si sbroglia la matassa, soprattutto che fine fa Peter Hunter. Ecco perché sarei veramente grato se qualcuno volesse mandarmli una mail illuminandomi. Speravo che 1983 facesse luce, ma, a pagina 300, è ancora buio pesto. grazie in anticipo a chi vorrà aiutarmi. Max
Recensioni
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Terza parte di una tetralogia, dopo 1974, 1977 e prima di Millenovecento84, di prossima pubblicazione, questo romanzo di David Peace intreccia realtà e finzione ricostruendo i delitti dello Squartatore dello Yorkshire. Il protagonista e narratore è Peter Hunter, vicecapo della polizia della contea di Manchester, incaricato di affiancare, insieme a un gruppo di fidati collaboratori, i poliziotti di Leeds nell'inchiesta sul serial killer di donne che da sei anni sta terrorizzando la regione, tanto da meritarsi l'evocativo soprannome di Jack lo Squartatore. A Hunter, il cacciatore, è dunque affidato il compito di individuare eventuali mancanze o negligenze nell'operato dei suoi colleghi di Leeds, e questo ruolo gli procura subito antipatia, ostilità e tentativi di boicottaggio. Nelle tre settimane in cui si svolge la vicenda, Hunter porta alla luce una rete di crimini e connivenze che coinvolge molti poliziotti e che finirà per travolgere anche i suoi amici e la sua famiglia, conducendo a un finale drammaticamente ambiguo. A fare da contrappunto alla voce narrante, tra un capitolo e l'altro troviamo le varie puntate di una lunga, allucinata e sconnessa confessione dello Squartatore, vero filo conduttore di tutto il romanzo e vera chiave per comprendere a fondo il meccanismo narrativo. Millenovecento80 è infatti un romanzo molto coinvolgente, anche per la sua abilità nel rievocare, sullo sfondo, gli avvenimenti drammatici che hanno colpito l'Inghilterra e il mondo nel dicembre del 1980, dall'assassinio di John Lennon alle bombe dell'Ira; proprio per la complessità dell'intreccio e per la particolarità della scrittura, spesso frammentaria e allusiva, è però un libro che non consente al lettore la minima distrazione.
Elisabetta Severina
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