Le fiabe che compongono il ciclo delle Mille e una notte appartengono ai grandi classici per l'infanzia, libri che ogni generazione di bambini ha letto. Questa nuova edizione riprende la classica versione hoepliana, ormai esaurita, in cui si ritrovano le fiabe più celebri come quella di "Aladino e la lampada meravigliosa" o "Ali Babà e i 40 ladroni" nella limpida versione italiana di Mary Tibaldi Chiesa. Il fascino e il mistero dell'Oriente è reso soprattutto attraverso le illustrazioni di Vsevolode Nicouline, evocative di un avventuroso mondo lontano e veri e propri capolavori dell'illustrazione per l'infanzia. Mary Tibaldi Chiesa scrive nella Prefazione: «Fu nell’ultimo scorcio del Seicento che le fiabe assursero ai fastigi delle corti e si conquistarono il favore delle dame e dei cavalieri, oltre che la simpatia dei bimbi. Era stato Perrault a operare il prodigio. Pochi decenni dopo, ai primi del Settecento, verso il tramonto del Re Sole, un’altra raccolta di novelle fantastiche si pubblicava in Francia, a cura dello studioso e orientalista Antoine Galland: erano Le Mille e una notte, insuperata creazione scaturita dalla fantasia del mondo arabo. […] La versione di Galland, o, meglio, la sua libera riduzione, fu fatta su un antico manoscritto arabo pervenutogli dalla Siria (il più antico fra quelli giunti sino a noi) e su racconti che egli aveva udito dalla viva voce di un Maronita di Aleppo, chiamato Hannà, da lui incontrato a Parigi negli anni in cui lavorava alla versione. Ma assai più antica del manoscritto è l’origine delle novelle, prodotto dell’immaginazione popolare rifuso nel crogiuolo ardente dell’arte elaborata di esperti novellatori. […] Che la scena sia la Cina o l’Egitto, l’India o la Persia, la Siria o le isole dei mari d’Oriente, l’atmosfera è quella: sono gli arabeschi sottili elaborati delle moschee, tradotti in lettere e parole; sono i soffici tappeti d’Oriente coi loro vividi colori e coi loro disegni di insuperata leggiadria; sono le corti asiatiche coi loro sovrani e coi loro ginecei, le città e i paesi brulicanti di folla pittoresca nei volti e nei costumi.»
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