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Per documentarsi sul Giappone del 1799 Mitchell ha visitato i resti di Dejima e ha studiato ciò che sull'Impero del Sol Levante è stato scritto in occidente tra '700 e '800. Dichiara anche una varietà di fonti visuali: "I manga storici, le stampe di Hiroshige, i film di Kurosawa. Per Jacob e i suoi compagni la pittura del Secolo d'Oro e i paesaggi d'Olanda, le facce sui treni, la luce delle spoglie chiese calviniste". Ma la fonte più vera è l'immaginazione, alla quale lo scrittore aggiunge una fascinazione e una curiosità gemelle di quelle di Jacob: "La sua percezione riflette la mia: ho abitato in Giappone, ho sposato una giapponese. Trovo ci sia molto da ammirare: ordine, buone maniere, coraggio, pazienza. Anche se al prezzo del sacrificio personale". Ne esce così un romanzo sontuoso e riccamente dettagliato come un arazzo nipponico, in cui spiccano una straordinaria eleganza stilistica e un'eccezionale abilità di generare suspense.
Un po deludente rispetto alle attese alimentate dalle critiche esageratamente favorevoli verso questo autore (specie ora che esce un film tratto da un'altra sua opera). Il fatto e' che non e' ne carne ne pesce; non e' romanzo storico ne pura narrativa di immaginazione a tema sentimentale. Lo stile appare pretenzioso, forse non adeguatamente reso dalla traduzione. A questo punto preferisco uno scrittore piu' originale come Lawrence Norfolk (vedi Le avventure di John Lempriere o I rinoceronti del papa).
A parte una traduzione davvero poco professionale, riconosco al romanzo di Mitchell delle ottime doti. L'ambientazione e' quasi letargica, geograficamente ridotta ai minimi termini, vale a dire il piccolo isolotto di Dejima, a largo di Nagasaki e poco oltre ma i personaggi prendono piede pian piano, acquisiscono spessore e si rivelano, ampliando il panorama inventivo del romanzo. Mitchell scrive bene, sa appassionare il suo lettore e le vicende di quella piccola comunita' olandese nel Giappone di fine settecento, il protagonista ed il dottor Marinus su tutti, meritano un plauso per come sono raccontate. Lo consiglio.
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