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Anno edizione: 2003
Anno edizione: 2020
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Fino ad un certo punto il libro è veramente coinvolgente; un intreccio di storie e di persone che ruotano attorno a questo miele degli Angeli, quasi una pozione miracolosa che evoca sensazioni, ricordi e sentimenti magici. Mitica e anche ben descritta l'ambientazione in un monastero ortodosso. Poi, a mio parere la scrittura smarrisce il suo filo logico e si perde in fatti ambigui laidi e violenti di cui non si capisce il senso nè il significato.
Pur riconoscendo i difetti delineati da C. Lanza, e' un buon libro, piacevole ed interessante. Soprattutto la parte centrale, il finale un filo deludente.
Recensioni
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La prova d'esordio di Vanghelis Chatzighiannidis, nato nel 1967 nella Grecia settentrionale e con un passato di attore, è un curioso esempio di romanzo in negativo. La trama è complessa, densa di fatti e fattacci. Una donna, abbandonata sulla banchina del porto di un'isola insieme ai suoi due bauli, trova rifugio nella grande casa solitaria di P. Rodakís, proprietario terriero e muratore. L'ospitalità durerà anni, complicata dalla presenza di una figlia, dall'oscuro passato della donna, e soprattutto dal progetto cui i due si dedicano: trovare la formula del miele più buono del mondo, appunto il miele degli angeli, alimento miracoloso dagli effetti quasi magici. Il successo non porterà loro la felicità ma ulteriori complicazioni scatenate dalla cupidigia di chi si vuole impadronire della formula, in cui intervengono monaci diabolici che vivono in un monastero sotterraneo, un barone tedesco, un trafficone, un interprete, un ispettore di polizia disperato per la morte del suo gatto, e altre figure di contorno. L'autore si dà un gran daffare per non dire. L'isola non ha nome, l'epoca è indeterminata, i delitti restano impuniti, i nodi non si sciolgono e i misteri non vengono svelati, con il vantaggio di evitare il facile espediente dei toni mitici o descrittivi a favore della trama e dei personaggi, che fluttuano in un limbo un po' incolore. I difetti sono la lentezza e la prolissità, l'eccesso di spiegazioni, in una parola l'immaturità della scrittura, ma in compenso la storia prende, spinge a leggere fino alla fine, e non a caso si conclude con una gran risata alla quale possiamo immaginare si sia unito l'autore.
Consolata Lanza
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