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Premi
2008 - Oscar [Academy Awards] Miglior Attrice non Protagonista Swinton Tilda
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Veramente un gran piacere la visione di questo film. Bravi tutti gli attori.
L’ANTI-BROCKOWICH SODERBERGHIANO “Michael Clayton” è l’unico “legal-thriller” metafisico a me noto. Prodotto da Soderbergh, il regista Gilroy lavora incessantemente per sottrazione, cavandone fuori un’opera sommessa, dimessa, disadorna, spoglia al limite dell’underground. Un po’ Bresson e un po’ Michelangelo, per volare alti. Di Bresson c’è quell’insistere sulle scene madri sempre fuori inquadratura e fuori sceneggiatura, come se il canovaccio da rappresentare fosse ormai logoro e la realtà della natura maltrattasse i personaggi umani trascurandoli, non ponendoli al centro né dell’attenzione né dell’immagine. Noi non siamo i protagonisti di nulla. Invece di Michelangelo c’è l’esatto contrario: siamo proprio noi i protagonisti, antropocentricamente e senza alcun rimando interessante al contesto ambientale. Noi, infatti, siamo esseri autocoscienti e dunque gli unici ad avere consapevolezza dello sfascio generalizzato. Il film è quadripartito: 4 giorni, 3 cavalli e un’esplosione del cavallo-macchina. I soliti rinvii biblici al veggente di Patmos e alla sua apocalittica tetra-rivelazione: ma in questo caso a cosa allude? Non c’è vittoria in Clayton, il suo essere Michael, “Michele”=”Chi come Dio?” riceve una risposta ancora negativa. La rivelazione personale ricevuta da Clooney è che a lui, in quanto rappresentante d’una legge solo umana, NON è consentito il potere d’una redenzione retroattiva in favore di tutte le vittime che hanno già lastricato la Storia. Infatti il bisogno d'una salvezza radicale va spinto “sino ad arrivare all'idea di un assetto del mondo dal quale sarebbe eliminata non solo la sofferenza esistente, ma revocata anche quella irrevocabilmente trascorsa” (Adorno, “Dialettica negativa” [1966, 2004], p. 361).
buon legal thriller, ottimo Clooney...se vi è piaciuto vi consiglio Insider, molto più bello...
Recensioni
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