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Mi capirebbero le scimmie. Poesie (1928-1944). Testo ungherese a fronte - Miklós Radnóti - copertina
Mi capirebbero le scimmie. Poesie (1928-1944). Testo ungherese a fronte - Miklós Radnóti - copertina
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Mi capirebbero le scimmie. Poesie (1928-1944). Testo ungherese a fronte
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Mi capirebbero le scimmie. Poesie (1928-1944). Testo ungherese a fronte - Miklós Radnóti - copertina

Descrizione


Uno dei massimi poeti ungheresi del novecento, Miklós Radnóti è rimasto sino ad ora quasi sconosciuto in Italia. In occasione del centenario della nascita, il volume propone al lettore italiano una sua ampia antologia, curata e tradotta da Edith Bruck. Nato a Budapest nel 1909, Radnóti ha avuto una vita estremamente difficile, stroncata nel 1944, a soli 35 anni, nel modo più indegno. Una lingua innovativa, ma universale la sua che testimonia un cuore eroico, lo specchio di una personalità fuori dal comune, quella di un uomo capace di restare fedele a se stesso e alla sua patria-patrigna fino all'ultimo giorno, fino alla pallottola che lo colpì alla nuca, quando ormai era già stremato dai lavori e dalle marce forzate tra i diversi campi in Romania, in Serbia, in Ungheria. Eppure, né le umiliazioni estreme né i lavori disumani, a cui fu condannato per la sua origine ebraica, ne hanno mai piegato l'umanità, la libertà interiore, accrescendone piuttosto la coscienza civile ecumenica, la lucidità nello scrivere, testimoniare. Per Radnóti la matita era un'arma, per continuare fino all'ultimo minuto a comporre versi, come nel caso di quell'ultima poesia, trovata nella tasca del suo impermeabile quando nel 1946, dopo che i suoi resti furono riesumati dalla fossa comune ad Abda, vicino al confine con l'Austria, quando Radnóti ricevette finalmente una degna sepoltura.
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Dettagli

2009
18 aprile 2009
155 p., Brossura
9788860363244

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Gaspare Subissoni
Recensioni: 5/5

Finalmente un volume ben curato dedicato a uno dei maggiori poeti ungheresi.

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Raffaele Nicoletti
Recensioni: 5/5

In ciascuna delle poesie lette in questa raccolta ho trovato l'amore incondizionato, unico eterno associato alla tragedia personale di Radnoti che ci fa riflettere sulla tragedia che fu il nazismo e sulla follia collettiva del popolo tedesco che, nonostante fosse il più colto d'Europa, ne assecondò democraticamente l'ascesa.

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Miklós Radnóti

1909, Budapest

Miklós Radnóti è stato un poeta ungherese. Perseguitato per la sua origine ebraica, fu mobilitato dopo il 1941 nel servizio obbligatorio del lavoro e destinato prima in Ucraina, poi alle miniere di rame di Bor, in Iugoslavia. Venne ucciso dalle SS durante una marcia di trasferimento da un campo di deportazione a un altro. La sua prima antologia poetica, Saluto pagano (1930), è dominata da un tumultuoso senso di ribellione, con echi frequenti del surrealismo francese; e a essa seguì, nel 1931, la raccolta Canti di pastore di nuova foggia, immediatamente sequestrata perché ritenuta sobillatoria e irreligiosa. Dal 1936 le note ricorrenti di una morte presentita (significativo il titolo di un volume di quell’anno: Cammina, condannato a morte)...

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