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Mi avevano promesso il paradiso. La mia vita e la verità sull'attentato al papa
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Mi avevano promesso il paradiso. La mia vita e la verità sull'attentato al papa - Ali Agca - copertina
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Descrizione


Trent'anni di bugie, false piste e processi sbagliati. Da quel fatidico e tragico 13 maggio 1981 quando in piazza San Pietro, tra un mare di folla, papa Wojtyla fu gravemente ferito. Perché e chi armò la mano di Agca, il suo attentatore? Chi lo mandò a Roma col preciso incarico di uccidere "il capo dei cristiani"? Per la prima volta è lo stesso Agca a divulgare il vero motivo dell'attentato e il contenuto del colloquio con il papa quando Wojtyla lo andò a trovare in carcere perdonandolo per quello che aveva fatto. Tutto il mondo ne parlò ma finora quel dialogo è sempre rimasto segreto. Questo libro, che si legge davvero come un romanzo, è il racconto in prima persona di Agca, dei suoi trascorsi da soldato islamico e combattente per una causa - la vittoria dell'Islam sull'Occidente e la morte del cristianesimo - che ora lui definitivamente condanna. Dai primi sassi lanciati quando era bambino agli attentati a esponenti comunisti del suo paese in un crescendo di odio e voglia di riscatto, sempre al servizio della causa islamica, fino all'incontro col "grande mandante", la cui identità viene qui rivelata. L'autore ci dice che i motivi di quell'attentato sono attuali e che l'intero Occidente è ancora in pericolo. Per questo oggi ha deciso di parlare. La sua verità sgombra il campo da bugie che lui stesso ha costruito per coprire i veri mandanti di un attentato che non è stato un caso isolato ma l'inizio di una strategia del terrore.
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Dettagli

2013
31 gennaio 2013
191 p., Brossura
9788861904040

La recensione di IBS

Il pensiero della povertà riporta spesso alla mente le immagini della favelas americane o delle baraccopoli africane, dove la gente vive ammassata in carcasse di lamiere nella miseria più assoluta. Nessuno però fa mai menzione della desolazione diffusa nei villaggi della Turchia degli anni Cinquanta, dove la persone sopravvivono a stento improvvisando il mestiere di contadino o lavorando duramente nelle miniere, mosse dall’unico desiderio di poter un giorno scappare e riscattarsi da quell’indigenza che poco le differenzia dalle bestie. Nei cuori induriti non v’è spazio per la fede, Allah esiste ma si tiene ben lontano dai villaggi polverosi abitati dai poveracci. Per resistere allora è necessario aggrapparsi ad altro: combattere per una giusta causa in cambio di una ricompensa eterna sembra la soluzione migliore per aspirare a una nuova vita, per ovviare alla fame non esiste altra alternativa che annientare i nemici del paese e appoggiare il progetto di espansione del governo turco.
A dipingerci lo scenario di desolazione in cui è nato e cresciuto è lo stesso Ali Agca. Da quel 13 maggio 1981 in cui appena ventitreenne sparò a Giovanni Paolo II sono passati trent’anni, il tempo ha dipinto sul volto del ragazzino i tratti dell’uomo adulto, e l’odio ha lasciato spazio alla riflessione, al lento affiorare della verità. Così Agca ha deciso di ripercorrere a ritroso le tappe della sua esistenza, di raccontare per iscritto le due facce della sua vita: dall’infanzia trascorsa nel villaggio di Yesiltepe all’incontro con i Lupi grigi, il movimento terrorista turco di cui divenne membro; dall’incontro col “grande mandante” dell’attentato a Papa Wojtyla ai depistaggi e le false verità sul rapimento di Emanuela Orlandi; dal momento in cui - bambino - il rancore si è insinuato nella sua carne fino a quel 27 dicembre 1983 quando l’incontro con Wojtyla nel carcere di Rebibbia bucò come uno spillo “l’enorme massa di odio” che aveva dentro e segnò l’inizio di un cambiamento irreversibile.
Mi avevano promesso il paradiso è un libro freddo, duro, a tratti anche spietato come spietato può essere solo il racconto di chi si è reso conto di aver creduto per anni a una menzogna, di essere stato vittima e strumento di una bieca ideologia e di aver agito mosso da un odio ingiustificato. Ma è anche un libro commovente in cui a parlare è l’uomo Mehmet, un uomo che racconta di come alla fine sia giunto a una vittoria privata - sebbene molto diversa da quella che aveva immaginato da piccolo - al riscatto dall’ideologia arabo-israeliano e dal fondamentalismo islamico che lo avevano spinto a combattere contro il Cristianesimo e ad uccidere.
Una confessione che oltre a rivelare verità finora sconosciute, ci aiuta a capire come in realtà la vicenda personale di Ali Agca sia paradigmatica delle condizioni di un popolo, dell’odio che le ideologie mettono in campo per attuare progetti di morte e distruzione, ma soprattutto di una fetta di storia che purtroppo - sostiene l’autore - è ancora molto attuale.

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Conosci l'autore

Ali Agca

1958, Yesiltepe

Mehmet Ali Agca è un terrorista e criminale turco, condannato per l'assassinio di Abdi Ipekci, un giornalista liberale, e per il tentato omicidio di papa Giovanni Paolo II. Nel 2013 esce per Chiarelettere un libro autobiografico intitolato Mi avevano promesso il paradiso. La mia vita e la verità sull'attentato al papa.

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