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Originale e abbastanza divertente.
Più che le memorie di Maigret,questo libro dovrebbe intitolarsi le recriminazioni di Maigret.Il commissario infatti prende carta e penna per mettere per iscritto le proprie lamentele e i contrasti avuti con il suo talentuoso,frizzante e opulento inventore.Ho apprezzato molto la narrazione sull'infanzia del commissario,l'incontro con l'ispettore Jacquemain ,con sua moglie Louise e con il dottore con la barba a punta.Il resto del libro l'ho trovato stucchevole e pedante.Non lo consiglierei.
Chi si attende un racconto giallo rimarrà deluso e forse scontento. Per la prima volta Maigret parla in prima persona, come d’altronde le “memorie” impongono. Si procederà in ordine cronologico iniziando dalla sua fanciullezza per poi passare agli esordi e all’evoluzione della carriera in Quai des Orfèvres, alla conoscenza di Louise e all’innamoramento per la futura moglie (che nel prosieguo della narrazione Maigret chiamerà sempre con il nome di battesimo, diversamente da come i lettori sono abituati), e alle esperienze con il mondo del crimine, con borseggiatori, prostitute e assassini, il tutto pervaso da un tratto di grande umanità. Per entrare in argomento bisogna però pazientare una quarantina di pagine, dato che il commissario in apertura tratteggia il suo rapporto con lo scrittore Simenon, informando il lettore spaesato e assieme divertito che la spinta iniziale che lo ha portato a scrivere le proprie memorie nasce dal non riconoscersi nella popolarissima creazione dello scrittore belga. In altre parole, un presunto vero Maigret versus Maigret personaggio di finzione, in un gioco di specchi manovrati dall’Autore nel quale quest’ultimo approfitta per dare conto dei suoi processi di composizione letteraria, e Maigret avrà modo di lamentarsi delle imprecisioni nei romanzi del suo proprio creatore sottolineate con la matita rossa e blu. Una delizia, una vera chicca, Simenon non poteva essere più spiritoso e surreale.
Recensioni
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