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Anno edizione: 2015
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L'onore e la felicità sono la grande illusione del Settecento, e si ottengono grazie al denaro. A rincorrerli c'è anche Barry Lyndon, giovane rampollo di una famiglia nobiliare irlandese, decaduta, che passa da un duello per amore ad uno per onore, da un'avventura all'altra. La sua storia è un susseguirsi di illusorie conquiste, di occasioni mancate e di recriminazioni che travolgeranno lui e i suoi familiari. Il lettore non può fare a meno di paragonare l’opera letteraria di Thackeray, con quella cinematografica, lucida e cinica, di Kubrick: ma, nel primo caso, ciò che porta ad avere un atteggiamento di maggiore indulgenza nei confronti del protagonista è l'ironia, e il perverso piacere con il quale egli si culla sulle bugie che racconta. Barry Lyndon è un giovane disperato per amore, un soldato, un disertore, una spia, un baro, un arrampicatore sociale, un vagabondo, un bugiardo; soprattutto una canaglia profondamente sola, che riesce a catturare la nostra attenzione e la nostra simpatia, proprio grazie ai suoi difetti.
Ottima traduzione di questo grande classico, da leggere anche se si e' amato il film di Kubrick: il punto di vista di Barry, che narra in prima persona, fornisce una prospettiva del tutto diversa rispetto al film capolavoro di Kubrick, che perde quasi del tutto l'umorismo involontario che viene dalle riflessioni del protagonista. Ottima anche la lettura che di questa traduzione ha fatto Massimo Popolizio nella trasmissione Ad Alta Voce di Radio 3, nel luglio-agosto 2008.
Recensioni
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