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Dalla memoria individuale alla memoria collettiva il passo è breve, nel caso particolare della cultura ebraica non esiste nessuno iato fra le due, ma sempre e solo una necessaria coincidenza. L’atto del ricordare affonda le sue radici nella tradizione: Zakhor! è l’imperativo morale che ossessiona la coscienza ebraica. Così ha insegnato per secoli il testo biblico, inesauribile forziere della memoria occidentale. Il rapporto con il passato non si configura però come solo recupero, spesso catastrofico e agonico, della tradizione ma anche come autobiografia e infine come fiction. Ed è proprio quando la memoria diventa testo che paradossalmente acquista la forza e l’intensità del dramma, come dimostrano le numerose testimonianze qui raccolte… Dalle voci più recenti della letteratura non solo ebraica, non solo americana, traspare tuttavia un grande ed insaziabile desiderio di oblio. Il pericolo di tale tentazione è sintomatico, un bisogno di amnesia che nasconde la paura di ricordare male. O forse la scrittura stessa è una forma di oblio, tale da innescare un perverso meccanismo dove l’oblio è già a sua volta fissato in una tradizione, già ricordato.
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